Sposa bellissima ma esperienza non soddisfacente
Prima di premere il tasto invio ci ho pensato a lungo: la mia sarà l'unica recensione non del tutto positiva, ma ho deciso che non è corretto nascondersi. Errare è umano, per cui ci tengo a sottolineare che non mi stupisco di quanto è successo, perché la perfezione non esiste, abbiamo tutti dei momenti di défaillance e non voglio condannare nessuno: la titolare è una persona straordinaria! Io però, in quella che dovrebbe essere l'esperienza più bella per una sposa, non mi son trovata del tutto a mio agio e proverò a raccontarvi, in maniera quanto più oggettiva possibile, il perché. Mi sono rivolta all'atelier con molto anticipo: più di un anno prima rispetto alle nozze, in quanto dovevo definire il budget totale da dedicare all'evento. La titolare mi fa sapere che non così è raro che le spose, per farsi un'idea, si muovano presto, dunque mi sento subito a mio agio. Mi presento con desideri chiari sugli stilisti, sul modello di abito (principesco, con gonna ampia in tulle e corpetto aderente in pizzo) e il budget di massima a disposizione. Mi vengono fatti provare quattro abiti, uno più bello dell'altro e dell'ultimo, mi innamoro pazzamente. Ha due difetti però e cioè è di molto fuori budget e, soprattutto, è senza maniche, per cui non adatto ad una sposa di dicembre. Vengo però convinta che l'abito vale i soldi da spendere.
Il problema del "non ha le maniche"è un non problema, perché la sarta del negozio può provvedere all'aggiunta, recuperando il pizzo che si andrà a togliere una volta sistemato l'orlo. Trovo che l'idea sia geniale e la ringrazio per averla avuta: dopo una decina di giorni, a esagerare, fermo l'abito e "stacco il primo assegno". Ho poi un desiderio, essendo una sposa d'Inverno: avere una mantella lunga lunga, bordata di eco-pelliccia, con cappuccio alla "Belle" de "La Bella e La Bestia" del lungometraggio Disney. Realizzabile dalla sarta ma con un prezzo che, ancora una volta, eccede il mio budget. Conveniamo quindi per ridimensionare il sogno e di fare una giacchetta, sempre bordata in eco-pelliccia e col cappuccio, ma corta (alla vita) e più aderente, con bottoncini sul davanti, in modo da poter essere agilmente tolta senza coinvolgere l'acconciatura. Definiamo i materiali (sempre nel 1° appuntamento) e, dopo qualche giorno, mi viene detto il costo: accetto e confermo tutto perché posso avere l'abito con le modifiche sartoriali (l'aggiunta di maniche) e il mio "pezzo unico", gestito in atelier, sotto la sua supervisione e mi sembra meraviglioso. Avrei trovato la stessa disponibilità nello Store di Nicole Spose a Milano? Decido di non volermene accertare perché primo, sono comodissima da Atelier 14, dato che abito in centro e muovermi su Milano è sempre più complicato per me e secondo, ero stata invitata a effettuare una rapida scelta per non correre il rischio che l’abito venisse venduto ad un’altra sposa. E se non lo avessi ritrovato, a Milano? Due mesi dopo, mi viene dato l'appuntamento in cui mi si chiede di portare le scarpe con cui mi sposerò, così prendiamo le misure: mi sembra così strano che mi vogliano già vedere con le scarpe definitive, ma mi presento senza far domande e scopro che si pensava che mi sarei sposata di lì a un mese. Mi guardo bene dal far notare, in maniera scortese, il grossolano errore e la butto sul ridere: ho avuto un'altra occasione per indossare il mio abito, riprovare la giacchetta sulla cui falsa riga verrà realizzata la mia e conoscere già la sarta che ne approfitta per prendere tutte le misure.
Ricapitoliamo il discorso su cosa andrà modificato e come, riguardando anche il preventivo nello studiolo e ci salutiamo: appuntamento a settembre 2018.
Sul finire di giugno mi permetto di scrivere su WhatsApp, per chiedere di fissare l'appuntamento per la prima prova: tutti i fornitori iniziano a svegliarsi e vogliono incontrarmi tra settembre e ottobre e io ho le mie ferie ancora da pianificare, per cui, dato che l'abito ha sempre la priorità, vorrei tenermi libera per l’incontro (non posso chiedere permessi a caso e senza un preavviso decente, in ufficio).
A questo messaggio non ricevo risposta ma non insisto: sarà presa con tutti i matrimoni della stagione. Faccio passare un mese e rimando il messaggio: mi risponde che ci sentiremo l'ultima settimana di agosto per fissare l'appuntamento. Mi dico d'accordo e, tra di me, penso: "fantastico, non posso pianificare nulla!" Secondo voi ad agosto son stata contattata? Purtroppo no, ma non me la prendo, si sarà dimenticata, che sarà mai, aspetto. Ci terrà a fissare l'appuntamento, date le varie modifiche da fare all'abito, il discorso giacchetta da portare avanti. Non vorrà ridursi all'ultimo minuto! Anche se sono una sposa "fuori stagione" avrò diritto alle stesse attenzioni e accortezze riservate alle spose "ordinarie"? A fine settembre decido che son stufa di aspettare e scrivo io: subito mi risponde e mi fissa l'appuntamento per la settimana successiva, ad un orario per me scomodo, ma non discuto.
Rivedo la sarta, prendiamo le misure delle braccia, del busto etc. etc. e, con la titolare, parliamo di nuovo di tutto il discorso (la quale però mi dedica una manciata di minuti: durante il resto del tempo riceve telefonate e messaggi per, cui continua a fare il suo, fuori dal salottino prova). E qui una prima brutta notizia: il laboratorio sartoriale, per quest'anno, ha cambiato alcuni materiali/colori, per cui dobbiamo rideciderci per la giacchetta. Fortunatamente il prezzo non cambia ma la delusione (che cerco di non lasciar trasparire più di tanto) c'è: dato che tanto se ne era parlato un anno prima, non si potevano fermare i materiali? Ora devo dire "sì, va bene" sulla base di qualcosa che mi dice lei, senza poter toccare con mano né vedere i colori. Questa giacchetta è sempre più nel "mondo delle idee". Apro una parentesi forse doverosa: il mio abito da sposa è un modello di Nicole Spose, di una particolare tonalità cipria! Fosse stato bianco avrei avuto meno remore, anche se pure col bianco ci si può sbagliare di "tipologia", ma qui si tratta proprio di azzeccare una sfumatura scelta da Nicole Spose a metà tra il beige, il rosa, l'avorio. Ecco perché, tra i vari motivi, voler affidare ad Atelier 14 anche la realizzazione del "pezzo forte": sicuro altrove avrei avuto possibilità più economiche (non è che non ne conosca di sarte brave) e più margine di manovra per il modello, ma come lanciarsi a cuor leggero se non ho uno scampolo dell'abito? Come fare a scegliere il colore identico all'abito senza esempi, se non la foto sul sito, che non è per nulla veritiera? Ho le mani legate. Ci diamo appuntamento per il mese successivo, sempre ad un orario per me scomodo e stacco un altro assegno (siamo a quasi il 60% del totale che devo, tra abito da sposa e giacchetta): vedrò le modifiche all'abito e la giacchetta! L'emozione è tanta, mancano 50 giorni (circa) alle nozze e, finalmente, avrò un'idea concreta di come arriverò all'altare da mio marito.
Non vi dico lo shock nell'entrare in atelier, vedere il mio abito ancora senza maniche e nessuna traccia della giacchetta. Per tutta risposta mi viene detto, con stupore, che non abbiamo "mai confermato le maniche" e che le misure delle braccia le abbiamo prese unicamente per realizzare la giacca.
Non voglio far polemica, ma che bisogno c'era di confermare? Che dal primo appuntamento si è stabilito che il mio abito da sposa di dicembre le avrebbe avute, grazie alla sua proposta? Quello che mi fa arrabbiare della faccenda è che, invece di ammettere in tutta tranquillità che, ancora una volta per il mio matrimonio, si era sbagliata/confusa/non aveva preso bene gli appunti, viene fatta ricadere la colpa su di me, che non ho confermato: ora, se io prendo una decisione quella è, punto. Non cambio idea. Dal primo appuntamento sono arrivata con foto e idee chiare. Quando mi sarebbero state chieste queste famose conferme? Non può esser scaricato su di me l’errore perché non c'era niente da confermare, specie con tutte le volte che abbiamo parlato di tutti i particolari del mio abito. Vedo la sarta in difficoltà perché, secondo me, s'era resa conto dell'errore che era stato commesso. E il discorso giacchetta? Se non avessi chiesto approfondimenti avrei dovuto aspettare fino a 15 giorni, prima delle nozze per vederla. Ma stiamo scherzando? Un prodotto che sta per essere realizzato, secondo indicazioni verbali e che quindi, proprio perché tutti sbagliamo/nessuno è perfetto/quello che ho in mente io è diverso da quello che hai in mente tu, io devo aspettare fino a due settimane prima delle nozze per vederlo? E se poi non va bene? Non è come ce lo si immaginava? E mi vengono anche fatte questioni perché lo si sta facendo realizzare apposta per me dal laboratorio, per cui poi non può essere venduto ad altre, in caso non andasse bene. Alt, alt! Io tanto sono sotto scacco: ovvio che lo acquisto anche se non va bene, non ho mai mancato di pagare il dovuto e penso di averlo dimostrato con tutti i bonifici anticipati e corrisposti, quando mi son stati chiesti. La frase da dire non era certo quella ma tutta un'altra, forse (ad esempio: "non preoccuparti assolutamente, se qualcosa non va lo facciamo rifare secondo tuo gusto, perché devi essere una sposa soddisfatta!"). Se poi non viene come lo avevo chiesto (e, vi anticipo, così è stato) col Natale in mezzo, dove la trovo un'altra giacchetta di quel colore? Mi faccio fare la giacchetta da quale sarta che deve lavorare anche la notte per me, in un periodo di feste? Per non parlare del fatto che gli accordi erano, già dall'anno prima: arriva il materiale e il capo lo realizza la sarta dell'atelier, non "me lo prepara il Laboratorio" e quando è pronto è pronto.
A un certo punto, ricapitolando per l'ennesima volta come dovrà essere realizzato questo "pezzo sopra", noto un po' di panico quando mi sentono dire che il bordo di pelliccia lo voglio ovunque e quindi anche sul fondo: cosa non è chiaro del concetto "la giacchetta dev'essere tutta bordata di eco-pelliccia"? Mi si vuole addossare la colpa di non chiarezza quando c'erano tanto di foto dall'anno prima? Non sono io ad avere le idee confuse, ma forse non son stata ascoltata a dovere a causa, immagino, dei tanti pensieri per la testa.
Mi si vuol forse far credere che non sappia come immagino il mio abito, come mi vedo, che è da quando son bambina che lo sogno? Non è forse più probabile, invece, che chi vende abiti e vede tante spose, sia un attimo in confusione, soprattutto se non è mai stato scritto niente dei dialoghi avuti durante gli appuntamenti (in primis la data delle mie nozze)? Al di là di tutto, il cliente ha sempre ragione, per cui non si fa una bella figura a inveire.
E non ho nemmeno voglia di raccontarvi di come si sia tentato di rigirarmi ancora la frittata sui bottoni (perché lo so che la mia idea non è piaciuta, ma io senza i bottoni quel coso non lo volevo), di come si pensasse di sistemare il discorso coppe/seno senza tener conto della mia unica richiesta, che è stata: "non voglio avere il corpetto molle, deve aderire perfettamente come fosse una seconda pelle!!" (grazie mamma che hai avuto tu l'idea geniale per il mio corpetto) e di come si sia tentato di vendermi scarpe, velo e accessori, nonostante stessi già spendendo ben oltre il mio budget. Non ne voglio parlare.
Mi spiace davvero tanto aver dovuto alzare un po' la voce e fare brutte figure: io non sono così e chi mi conosce, i tanti miei amici, lo sanno.
Ho dovuto tirare fuori il peggio di me e mi dà molto fastidio, anche mia mamma (con me dal 2° appuntamento) ci è rimasta molto male.
All'incontro successivo fortunatamente l'abito ha le maniche, l'orlo è sistemato e posso provare la mia giacchetta. Ovviamente nulla è perfetto al "primo colpo": maniche dell'abito da stringere, giacchetta da accorciare (nonostante le mille misure prese, è lunga) e cappuccio da rifare perché sembro un elfo (è a punta invece di essere rotondo come si era più volte detto). Fortuna che ho insistito per anticipare la visione di questa giacchetta. Apriamo una breve parentesi sul capo, tra l'altro è improvvisamente diventata di pelliccia vera! Peccato che la mia fosse una questione morale e non di prezzi. Punto due: non è più di cachemire (come mi si era presentata l'anno prima e prodotto per cui avevo dato l'ok) e non è in lana cotta, ma di un mix di materiali che non mi fa impazzire perché, al tatto, non è soffice e, visivamente, non mi sta né aderente e nemmeno rimane morbido. Insomma, di certo non un capo che fa "girare la testa". Mi sarei aspettata quantomeno una fodera liscia all'interno, in modo da non farla "incriccare" con gli strati di pizzo del corpetto e invece nemmeno quello.
Punto tre: non è del colore dell'abito, non è bianco bianco ma è di un altro colore ancora. E chi si mette ora a far questioni così a ridosso del matrimonio? Chi ha più voglia di interfacciarsi ancora e ancora, nella speranza di essere accontentata? Non io, ci rinuncio (e ho anche terminato le ore di permesso, a furia di tutti questi appuntamenti sotto settimana, in orario ufficio).
A 15 giorni dal matrimonio, faccio la mia ultima prova (nessuna mia amica ha fatto una prova tanto in là dalla data delle nozze, aperta e chiusa parentesi): maniche abito perfette, bottoncini sistemati e cappuccio reso più rotondo anche se attraverso delle cuciture che non mi piacciono (sembra la pelliccia di uno Shar Pei, rotolini ovunque), ma me lo tengo così.
Consegna dell'abito più di una settimana prima delle nozze (e qui "sfigata" io per la scelta della data) e indosso poi il tutto al mio matrimonio: corpetto e maniche molli (ho perso 2 kg dall'ultima prova per via dello stress, nonostante le grandi mangiate natalizie) ma, fortunatamente, mia mamma ha un'idea su come salvare il salvabile. Sono una sposa meravigliosa, a detta di tutti: c'è chi ha visto Elsa di Frozen, chi Belle e chi ancora Odette de "Il Lago dei Cigni" (sono una danzatrice). Abito e giacchetta piaciuti tantissimo, mille complimenti e foto a profusione: ho superato le aspettative di tutti (in primis, di mio marito) per eleganza e originalità e questo è molto molto emozionante. Mi sento una principessa, alla fine, dunque, son davvero contenta: il sogno è effettivamente diventato realtà! Però ho passato mesi di inferno e mi son rovinata l'esperienza che doveva essere quella più esaltante della vita di una sposa. La mia colpa, forse, è stata avere da subito le idee chiare? (con tutti gli altri fornitori questo è stato un plus, addirittura)Fidarmi ciecamente di parole, senza mai pretendere di mettere nero su bianco il discorso? Il largo anticipo?
A conclusione di tutto vi dico: la sarta è brava, se volete rifarvi gli occhi ad ogni prova in questo ambiente più unico che raro, fate bene, ancor meglio se non avete idee/sogni particolari (e avete invece un gran bel budget) così l’atelier potrà fare tutto a suo gusto e guidarvi al meglio senza dimenticarsi degli accordi.
Ma sicuramente, come è capitato a tutte le altre mie amiche (più di 15) che in questo 2018 si son sposate, c'è modo di trovarsi meglio in tantissimi altri negozi/atelier della zona.
Perché spose felici, non basta esserlo il giorno delle nozze e io non lo son stata al 100% nemmeno quel giorno.