Crisi del settimo anno: mito o realtà?
Uno studio condotto dall'Università di Pavia ha constatato che "la passione" dura soltanto un anno e che al settimo anno si arrivi al capolinea: ma perché proprio al settimo?
Non so voi cosa ne pensiate (ma mi piacerebbe saperlo) del fatto che, non appena si sente dire “questo è il 7 anno del mio matrimonio…” Cominciano le battutine e a qualcuno/a, anche se non lo dice, scatta un piccolo allarme. La teoria della crisi del settimo anno è una sorta di “spauracchio” che spaventa molte coppie, soprattutto se capita in concomitanza con l’altra grande crisi – quella dei fatidici trenta -, ma c’è davvero da temere?
Oggigiorno si fa un gran parlare di relazioni e si vaneggia sull’utopia di una storia perfetta, ed è bene concentrarsi sui vari fattori che portano a parlare di problemi di coppia e di come questi conducano a una vera e propria rottura. Uno studio condotto dall’Università di Pavia ha constatato che “la passione” dura soltanto un anno: il primo! Altri esperti e scienziati asseriscono con certezza che, la data di scadenza sia fissata ai soli due anni di rapporto “vissuto”, nonostante si cerchi di rompere la monotonia della routine. Molti di questi si trovano d’accordo nell’affermare che una relazione giunta al settimo anno “soffra lo stress” e quindi ecco che sopraggiunge la cosiddetta crisi. Ma perchè proprio nel settimo anno?
Alcuni la chiamano la fase del disincanto, altri pensano che in sette anni, pregi e difetti dell’amata/o vengano sperimentati abbondantemente e quindi si comincia a parlare di noia, abitudine…“quanto sei scontato!”. Altri ancora sostengono che la crisi sia legata a una e vera e propria crisi sessuale, anche lì, subentra la noia e si ha voglia di sperimentare cose e situazioni nuove, nonostante – come abbiamo visto – ci siano cose ben più intime del sesso. Non ci sono dati scientifici che sostengono queste teorie ma la verità è che ci sono dati che dimostrano, di fatto, che molte coppie non sopravvivono oltre il settimo anno di rapporto, anche se per alcuni autorevoli portali si tratta di un pericolo scongiurabile, come sostiene www.tantasalute.it.
Il numero sette rappresenta da secoli una cifra simbolicamente importante nella storia dell’umanità: i sette giorni della settimana, le sette note musicali, i sette colori dell’arcobaleno, le sette meraviglie del mondo, i sette peccati capitali (che ci sono sia in amore sia per le invitate di nozze in fatto di outfit!), la lista è davvero infinita. Non ci sono certezze, ma fa parte del comportamento umano il voler razionalizzare ciò che accade: abbiamo bisogno dei nostri miti! Ma attenzione, parliamo di miti.
Se molti dati di fatto confermano la rottura della coppia dopo il settimo anno di matrimonio o “convivenza”, altre invece, e anche questo è un dato di fatto, sopravvivono alle intemperie e formano famiglie sane come una volta. Certo oggi gli eventi e le problematiche ci portano a dover sbrogliare matasse diverse, ma i segreti per non soccombere alla crisi del settimo anno ci sono. Il primo passo è quello di accettare il fatto che le crisi ci sono e servono, paradossalmente, per ristabilire equilibrio nella coppia. All’inizio si hanno le crisi per gelosia, poi subentra il fatto che si condividono spazi comuni, a volte uno dei due si trova in difficoltà.
Il disincanto esiste? Certo che sì. Non si può essere sempre al top o nel tempo di quando si sentivano le famose farfalle nello stomaco. Il passaggio dall’idealizzazione dell’amore al triste disincanto è davvero breve: disattenzione dell’altro, mancanza di rispetto, interessi nuovi…Ma niente panico: questo periodo ha anche i suoi vantaggi: permette alla coppia di passare dall’idealizzazione al realismo dell’amore, e di lavorare insieme per costruire un amore che duri tutta la vita.
E ora ci rivolgiamo a tutte le coppie che stanno per sposarsi: la crisi del settimo anno (ma vale per tutte le crisi e incomprensioni) si previene giorno per giorno. Rispetto, amore sincero e continua voglia di conoscersi ogni giorno, è questo il semplice segreto di un rapporto felice e duraturo. Siete d’accordo con noi?