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Matrimonio

Amare è condividere e crescere insieme: le nozze di Elisa e Marco

Un matrimonio che tocca nel profondo dell’anima. È l’amore per il prossimo quello che muove lo spirito di Elisa e Marco, che hanno fatto delle loro nozze non solo un giorno speciale ma anche un’invito a riflettere sul significato delle cose.

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PerfectDayPhotoFilm

Quando si ama, si ama completamente. Questo è il fil rouge, che non sempre siamo abituati a vedere e che ha unito il tema delle nozze di Marco e Elisa. Amore profondo per la terra, l'ecosostenibilità, le persone e una nuova famiglia che si sta formando, sono state la caratteristiche più peculiari che hanno caratterizzato queste nozze.

Marco ed Elisa si conobbero all’università grazie ad un amico comune nello studentato di Bologna dove decisero di intraprendere il loro percorso di studi. Entrambi studenti fuori sede, lei di Milano e lui di Terrasini (PA), proprio durante questi anni così cruciali per la vita di ognuno, capirono che non potevano fare a meno l’uno dell’altra, perciò dopo aver terminato l'università si avviarono verso un’altro tipo di cammino, ovvero la convivenza. Le anime così controcorrente di Marco e Elisa in realtà lasciano intravedere dei caratteri molto sensibili verso il prossimo e la natura. In effetti, il loro matrimonio è stato davvero singolare. Niente formalità, niente etichetta, niente canoni prestabiliti. Solo loro e gli affetti, tanto che, proprio la persona che li fece incontrare anni prima a Bologna fu il responsabile della celebrazione delle loro nozze simboliche presso un vecchio convento di suore denominato “Torre Alba”. 

Un matrimonio che ha come sottotitolo l’ecosostenibilità e l’amore per la loro Terra. Come ci dicono i fotografi di PerfectDayPhotoFilm che si sono occupati di questo fotoreportage così speciale: “per noi è stata una vera novità fotografare e riprendere la "preparazione degli sposi" nella stessa casa: si sono aiutati a vicenda ed è stata un'occasione davvero particolare. L'abito e le scarpe della sposa sono stati fatti da artigiani locali, mentre il vestito dello sposo è il risultato di ciò che più di decente avesse nell'armadio.” Lo scambio degli anelli venne sostituito dallo scambio di due braccialetti di cotone, fatti con le loro stesse mani che simboleggiavano la natura fragile delle relazioni. Un elemento semplice ma che in realtà cela un significato di grande profondità: se si vuole davvero che l’amore sia per sempre allora bisogna prendersi cura l’uno dell’altro nella quotidianità.

Il denaro che sarebbe stato destinato all’acquisto di tutti gli elementi “classici” del matrimonio (le fedi, le decorazioni, il banchetto, la torta, ecc.) venne destinato in beneficienza, gli invitati, durante la cerimonia furono invitati a mettere un po’ di terra in un vaso con all’interno una giovane pianta d’ulivo, a rappresentare la crescita della relazione, della quale, per continuare a fiorire ha bisogno anche dell’aiuto della comunità. Il ricevimento, così come la cerimonia, fu tanto insolito quanto fortemente sentito. Tutto venne organizzato da una cooperativa locale che gestisce un’azienda agricola confiscata alla mafia e chi avesse voluto, aveva la possiblità di montarsi una tenda per rimanere a dormire dopo il ricevimento e godersi la colazione offerta per l’indomani con i prodotti tipici del luogo. Un reportage commovente, senza pose ma solo con momenti sinceri e di gioia. Un vero e proprio inno alla purezza delle cose semplici ma autentiche, che hanno bisogno di poco per poter crescere ed essere l’espressione più caratteristica del proprio essere.

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