La storia del vestito da sposa: un viaggio nel tempo
Un viaggio affascinante tra cultura e simbologia, tra il profumo dei tessuti e dei ricami che hanno caratterizzato le donne dell’epoca misto al suono di stereotipi e simbologie lontane. Scopriamo insieme il lungo viaggio del vestito da sposa
C’era una volta l’abito da sposa! Ebbene sì, nonostante gli anni, le mode, le tendenze, le culture e gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato le varie epoche, la sposa è stata sempre al centro delle attenzioni avvolta da fascino e tradizioni. Non solo bianco. Delicate o imponenti nuance hanno caratterizzato gli abiti da sposa colorati il cui significato è espressione della posizione sociale o, come accade oggi nella personalità e nei gusti di una donna. Percorriamo quindi un viaggio nel tempo fino ad arrivare ai giorni d’oggi e alla visione completa di abito corredata da velo, accessori e l’immancabile bouquet sposa.
L’antica Grecia
Oggi molti modelli si ispirano a quest’epoca. Sono per lo più gli abiti da sposa semplici che ripercorrono le silhouette delle bellissime dee greche riprodotte in molte statue. Secondo i Greci, l’abito era una lunga tunica di puro lino bianco, impreziosita da un cordone annodato in vita; solitamente le spose portavano la clamide ovvero un mantello e adornavano il capo con una coroncina di fiori di mirto, in onore della dea dell’amore, Afrodite.
L’eterna Roma
Per gli antichi Romani, l’abito era anch’esso bianco, come simbolo di eleganza e nobiltà e veniva donato dalla famiglia di lei, cui era aggiunto un mantello, spesso con funzione di velo, color zafferano o rosso rubino, simbolo del fuoco di Vesta, la santa protettrice del focolare domestico; a cingere l’abito, anche qui, un particolare legaccio di lana, i cui nodi erano una scongiura contro il malocchio. Un’acconciatura sposa semiraccolta, composta da sei trecce, fissate con fiori di grano, mirto e rosmarino, adornava il volto delle giovani spose.
Il Medioevo e il matrimonio tra famiglie
Nel Medioevo nacque tipicamente il matrimonio tra famiglie, inteso come vero accordo con scambio vicendevole di beni, titoli e ricchezze che definivano la cosiddetta dote. L’abito era rosso e l’intensità della tonalità, così come le stoffe usate (velluti, broccati, damaschi) definivano quanto le famiglie coinvolte fossero benestanti.
Le preziose stoffe nel Rinascimento
La moda nuziale non fece altro che rimarcare i dettami dell’epoca soprattutto nella qualità, nei ricami floreali e nella lavorazione dei tessuti, tra cui spiccano la seta cinese, il taffetà e le pellicce, soprattutto quella di ermellino. L’abito era composto da un corpetto, da cui partiva una larga gonna e una ricca zimarra; gli abiti erano arricchiti con preziosi bottoni e pietre incastonate mentre preziosi monili spiccavano al collo delle giovani spose.
La moda nell’800
Le nozze della Regina Vittoria celebrarono il grande ritorno al bianco e ad un taglio di abito da sposa stile impero con maniche corte a sbuffo, lunghi strascichi e tessuti come tulle e chiffon. Il bianco o più in generali i colori pastello furono utilizzati come ispirazione alle antiche statue di marmo, più che come simbolo di purezza. Il modello della Regina Vittoria determinò la nascita dello stile Vittoriano, privo di ostentazione e molto lontano dagli abiti delle epoche precedenti.
Coco Chanel e gli stilosi anni Venti
All’inizio del Novecento, con Coco Chanel, nacque la moda nuziale con la concezione di indossare l’abito per il giorno delle nozze, senza riutilizzarlo in altre occasioni. Il bianco assunse il ruolo da protagonista così come lo strascico mentre si affacciarono timidamente piccole capsulle di abiti da sposa corti, accompagnati da vezzose cuffie, velette, fasce, cloche e turbanti arricchiti anche con piume e pietre preziose. Famosissimo il modello Garçonne di Chanel, in jersey corto, impiegato anche per il suo intramontabile tailleur.
I mitici anni Trenta
Sulla scia degli anni Venti arrivarono gli anni Trenta che imposero definitivamente la nascita dell’abito nella sua concezione più pura: bianco, lungo, a volte sinuoso, corredato da strascico, velo e bouquet di fiori. Ben presto, però, con l’arrivo delle grandi guerre mondiali, la moda si fece più contenuta, meno ricca di sfarzi e decori, tanto che molte spose furono costrette a noleggiare il proprio abito.
I meravigliosi anni Cinquanta
Con il grande boom economico tornarono nuovamente in auge i decori, i tessuti pregiati e le creazioni sartoriali. Sono gli anni caratterizzati dalla moda di Dior che conferì alla sposa un nuovo look più eccentrico e sofisticato con le spalle in evidenza, i bustini che esaltavano il décolleté, il punto vita stretto e accentuato da gonne che ampie e gonfie. Il mito dell’epoca fu Gace Kelly, destinata a diventare musa ispiratrice anche per le giovani spose di oggi, insieme a Jacqueline Kennedy e Liz Taylor.
Gli anni Ottanta e Novanta: la moda degli eccessi
In questi anni l’abito subì l’influenza degli eccessi, un’esagerazione che ritroviamo nei volumi, nei decori, nelle prorompenti maniche a sbuffo, nelle spalline vistose e ingombranti, nei grandi fiocchi tanto da essere ricordati per la poca raffinatezza. Gli anni Novanta si svilupparono sulla stessa scia anche se verso la fine del secolo, si affacciò un ritorno al vintage e ad una moda più contenuta.
Così come gli abiti da cerimonia uomo, la moda nuziale per la sposa oggi vede una grande commistione di stili e tendenze. Ogni anno le passerelle sono cavalcate da grandi firme che lanciano proposte su linee, tagli, tessuti e colori, subendo l’interferenza anche di culture o stili passati, rivisitati con un occhio moderno e sapiente. Il mondo bridal oggi è una vera industria tanto che gli stilisti annoverano tra le loro collezioni, anche gli abiti da cerimonia come proposte per l’universo femminile.