Le nozze internazionali di Serena e Wisarut: quando l’amore è cucito a mano
“Abbiamo scelto uno stile naturale, minimalista e romantico. Volevamo che le decorazioni esaltassero la natura senza metterla in secondo piano.” – Gli sposi
Serena e Wisarut si conobbero nel 2013 a Birmingham, in Inghilterra, dove entrambi stavano studiando per conseguire un master. Da allora non si separarono più, facendo del mondo intero la loro casa.
Una storia d’amore grande come il mondo
La storia d’amore dei due giovani è grande come il mondo e lunga oltre quattro anni, tre dei quali vissuti a Bangkok. In un momento non del tutto definito, con la delicatezza di una pagina di carta che viene voltata, iniziarono a parlare di matrimonio e decisero che fosse arrivato il momento giusto. E come nelle migliori favole, non mancò la proposta da parte di Wisarut, che scelse uno zaffiro padparadscha e disegnò personalmente l’anello di fidanzamento con l’aiuto di un’orafa. Il gioiello all’interno riportava un’incisione speciale: “Omnia Vincit Amor”… l’amore vince su tutto. E così, in cima alle montagne di Chiang Mai, la città natale dello sposo situata al nord della Thailandia, lui chiese a lei di sposarlo e Serena rispose con un sì e un enorme sorriso. Il rito civile si svolse il 25 giugno 2018, in un suggestivo querceto immerso nella campagna leccese, sotto gli sguardi di ospiti provenienti da ogni parte del mondo.
Omnia Vincit Amor
La frase scelta da Wisarut fu il fil rouge dell’intero matrimonio. La loro, infatti, non fu una celebrazione come le altre: gli sposi scelsero di non seguire le tradizioni, evitando confetti, balli di gruppo o il lancio del bouquet. Ciò che non si fecero mancare fu la buona musica: le note rock e jazz accompagnarono i movimenti degli invitati, che poterono muoversi liberamente all’aria aperta, tra decorazioni floreali, candelabri e rami di eucalipto. L’atmosfera era colorata di culture diverse, data la provenienza internazionale degli ospiti che per l’occasione viaggiarono da Austria, Belgio, Thailandia, Inghilterra, Taiwan e Giappone. L’aria che si respirava quel giorno non poteva essere più meravigliosamente multiculturale, enfatizzata dal riso al profumo di gelsomino (un fiore usato in Thailandia durante le feste) e dal lancio di lanterne cinesi. Come omaggio all’Italia, la madre della sposa realizzò deliziose bottiglie di limoncello per ciascuno degli ospiti, posizionate sul lungo tavolo in legno come segnaposto.
Tra le cuciture, la famiglia
Il matrimonio di Serena e Wisarut fu anche all’insegna del fai da te: la sposa di occupò della grafica delle partecipazioni, fatte stampare su carta artigianale indiana, così come il menù e il guestbook. Ma non solo: anche segnaposto e bomboniere furono realizzati a mano, proprio come la scatolina di velluto da lei creata come portafedi. Il suo abito, inoltre, fu cucito con le sue stesse mani e con quelle dell’abile zia sarta e della mitica nonna.
“Ci abbiamo messo circa due mesi ma è stata un’esperienza bellissima, anche perché, vivendo all’estero, raramente riesco a passare del tempo con la mia famiglia”. Ne risultò un abito di seta color cipria, realizzato in pizzo e tulle color avorio e con un’etichetta blu (sì, quel “qualcosa di blu”) ricamata a mano dalla madre della sposa. Con la stoffa avanzata, Serena e la nonna cucirono anche il completo per la preparazione della sposa. Le sue scarpe, invece, furono acquistate online e gli orecchini che portava il giorno delle nozze le furono regalate dalla futura suocera il giorno prima: si trattò di preziosi esemplari in oro e diamanti, di immenso valore in quanto furono il primo acquisto che la donna fece quando iniziò a lavorare.
In quanto a raffinatezza, lo sposo non fu da meno: il suo abito fu confezionato da un sarto di Chiang Mai, con stoffa blu notte di seta e cachemere. Il fazzoletto, invece, per lui fu una sorpresa: la nonna della sposa lavorò di notte per completare per tempo quelli da inserire nel taschino delle giacche dello sposo e di tutti gli altri uomini della famiglia, usando la stessa stoffa cipria del vestito da sposa. Le scarpe di Wisarut erano un modello artigianale confezionate in Italia, ma acquistate a Bangkok. Infine, i suoi gemelli furono un regalo della sposa: sulla loro superficie di oro rosa, Serena fece incidere le iniziali del marito e, sul bordo di uno dei due, la frase “Omnia Vincit Amor”.
Un puzzle che coinvolge i 5 sensi
Come tutte le giornate perfette, quella di Serena e Wisarut fu caratterizzata dall’unione congiunta di diversi elementi, che si inserirono al posto giusto e al momento giusto proprio come i tasselli di un bellissimo puzzle. Quello delle nozze dei due giovani aveva come sfondo la Tenuta Tresca, una location magica che gli sposi sceglierebbero altre mille volte, come dichiararono.
Le splendide fotografie di Emanuela Rizzo immortalarono ogni dettaglio del matrimonio, con un’attenzione particolare agli oggetti realizzati a mano dalla sposa e alle favolose decorazioni floreali di Marina Capolli Design de Flores. “La nostra fotografa fu una presenza delicata e costante nel tempo: non potremmo essere più contenti di come lei e Giorgio siano stati presenti tutto il tempo senza che ce ne accorgessimo, scattando foto naturali e bellissime.” affermano con sincera soddisfazione gli sposi.
Per quanto riguarda il video del matrimonio, se ne occupò iNova Media: anche Antonio è stato sempre al posto giusto per riprendere i momenti più importanti della felice giornata, come la musica coinvolgente di Atmosfera Blu, che pervase l’ambiente a suon di sax, chitarra, tastiera e batteria e delle parole cullate dalla voce di Davide. “Sono rimasta piacevolmente colpita dalla bravura e dalla disponibilità della band, che ha coinvolto il padre dello sposo e altri invitati che volevano dedicarci delle canzoni o esibirsi” racconta Serena un po’ divertita.
Infine, è stata Nadia di Mediane MakeUp ad occuparsi personalmente dell’importante make-up della sposa, così come quello della mamma della sposa e del testimone… basta uno sguardo alle foto per accorgersi di quanto il risultato fosse perfetto.
Forse però la perfezione non esiste, perché non è palpabile e non si può spiegare. Quello che si può fare, semmai, è sentirla dentro… attraverso gli sguardi dolci degli sposi, i sorrisi degli invitati, le parole e i gesti che, seppur in lingue diverse, arrivano dritte al cuore.