Matrimonio civile sorpassa il religioso nel Nord Italia
Per l’angolo della statistica, ecco una fotografia aggiornata dell’Italia in tema matrimonio. I matrimoni civili giocano al sorpasso rispetto alle cerimonie religiose, almeno nelle regioni del Nord Italia.
Foto. Leoeventi Organizzazione Matrimoni Torino
L’ultimo resoconto dei dati Istat sul matrimonio conferma un dato, di cui già si aveva avuto sentore. Oltre al fatto che in Italia ci si sposa meno, risulta che: i matrimoni civili sono in aumento, almeno nel Nord Italia.
Le unioni civili, infatti, sono passate da 79.000 (nel 2010) a 83.000 (nel 2011). Inoltre, sempre nel Nord, il rito civile ha operato il sorpasso: siamo ben a 51,7% (civile) rispetto al 48,3% (religioso).
Foto. Giorgio di Fede Fotografia
E dove si trova la più alta quota di matrimoni civili? Ecco l’elenco delle città: Genova, Livorno, Massa-Carrara, Trieste, Bolzano, Ferrara, Grosseto, Udine.
E se vogliamo sviscerare un po’ queste statistiche risulta che nel 2011 a Roma i matrimoni civili sono stati una maggioranza, 239 (53% del totale), contro i 214 celebrati con rito religioso. In provincia, invece, prevalgono quelli religiosi (53,5%).
Le regioni del Sud continuano, però, sulla scia più tradizionale. Nel meridione d’Italia hanno il sopravvento, dunque, i matrimoni celebrati in chiesa (siamo al 76,3%), mentre nel centro la quota è più o meno equamente divisa. Qui è il 50,1% degli italiani a scambiarsi le promesse di matrimonio davanti all’altare.
La notizia è naturalmente rimbalzata su tutti i quotidiani perché, per la prima volta nella cattolica Italia, si è verificato un tale sorpasso. Ma si rassicurino coloro che temono per la tradizione, nell’insieme dello stivale, il matrimonio religioso è quello optato dai più: 60,2%.
Quando ci si sposa poi, si tende a scegliere la separazione dei beni. Un altro dato che indica quanto i tempi siano cambiati, grazie anche a una maggiore indipendenza economica (lavoro) della parte femminile della coppia.
Foto. I Grandi Eventi
Il calo dei matrimoni (civili e religiosi) resta, comunque, una costante. Sono stati 208.702 i matrimoni celebrati nel 2011, ovvero 9mila in meno rispetto all’anno precedente. Questo abbassamento del tasso di nuzialità è avvenuto per i più svariati motivi, tra i quali non è estranea, certamente, la crisi economica. Non è certo facile, né auspicabile, da precari riuscire a mettere in pista un progetto di vita duraturo. E questo lo sanno bene i numerosi giovani italiani che vivono, purtroppo, questa situazione.
Quando si pensa, inoltre, ai budget faraonici che spesso un matrimonio comporta, si può capire perché si tende, di questi tempi, a ritardare il momento del “sì lo voglio”, senza rinunciare però alla convivenza.
Ma le cose sono cambiate anche a questo rispetto. Se prima, questa forma di stare insieme era considerata soltanto un momento di passaggio e di maggior conoscenza della coppia per approdare poi al matrimonio, oggi, la convivenza tende ad essere una scelta di vita di coppia definitiva.
Tra le varie cause della diminuzione dei matrimoni, c’è anche quella legata all’aumento di matrimoni con stranieri. Sia per questioni religiose (la fede a volte non coincide), sia per questioni burocratiche (permessi vari di soggiorno), risulta più facile per una coppia in cui uno dei due è extra comunitario vivere “more uxorio” e non pensarci più.
Foto. Gio Staiano Photography
E anche la maternità registra cambiamenti epocali. E sì, in Italia si diventa mamme sempre più tardi. L’età media delle donne italiane che entrano in sala parto per la prima volta è pari a 31,3 anni. E qui siamo a un record rispetto al resto dei paesi dell’Unione Europea. Ma non c’è da rallegrarsi! Questo è indice, spesso, di una carente politica famigliare del nostro paese, che induce le donne a ritardare sempre di più il momento di mettere al mondo dei figli, timorose di dover rinunciare al posto di lavoro (come accade in molti casi).