Redditometro e viaggio di nozze
Redditometro, questa parola sta popolando, da alcuni mesi, gli “incubi” degli italiani. E chi poteva pensare che c’entrasse anche con il matrimonio? Come, direte voi. Continuate a leggere e proviamo a spiegarvelo.
Già instaurato in Italia nel 1973, diventato legge nel 2010 ed entrato in vigore nel 2011, con il famoso governo dei tecnici, il redditometro è un metodo messo in pista dal fisco per verificare, sulla base delle spese effettuate, il reddito del contribuente ed “acchiappare” chi delle tasse non ne vuole proprio sapere!
Il suo nome suona anche così: accertamento sintetico di tipo induttivo.
In che cosa consiste
Grazie a questo metodo – e speriamo che sia affidabile! –, l’agenzia delle tasse può fare una stima del reddito presunto del contribuente in base alle sue spese e convocarlo per giustificare le stesse nel caso in cui ci fosse eccessiva discrepanza tra queste e il reddito reale dichiarato. Giusta o ingiusta che sia, questa normativa verrà seriamente applicata sul territorio italiano e potrebbe riservare delle sorprese.
Che cosa stabilisce la legge
L’accertamento sintetico complessivo può sempre essere effettuato dall’Agenzia delle Entrate, che sulla base delle spese farà una stima di quello che potrebbe essere il reddito complessivo del contribuente. Il contribuente, però, da parte sua, può sempre apportare “delle prove” per dimostrare come queste famigerate uscite siano state possibili attraverso vari casi: redditi diversi di cui si era in possesso nel periodo d’imposta; entrate esenti da tasse; entrate che non concorrono alla generazione di un reddito imponibile. Insomma, la difesa è ammessa!
Come si applica
C’è una soglia al di là del quale suona un campanello d’allarme: se il reddito totale accertabile (presunto) è superiore del 20% rispetto a quello dichiarato, scatta la “misurazione sintetica del reddito” e inizia il calcolo secondo determinati fattori, che possono variare in base alla composizione famigliare (single, coppie senza figli, famiglie numerose…); età ed area geografica. Se esiste questa discrepanza, l’Agenzia delle tasse può convocare il contribuente che sarà invitato a giustificare tale differenza. Online esiste uno strumento, implementato dall’agenzia delle tasse, che vi permette di fare il calcolo voi stesse. Questo si chiama: redditest.
Il temuto accertamento!
Una volta però attestato che il reddito presunto si avvicini in modo più fedele al reale di quello dichiarato, beh, non potrete esimervi dal “pagare” almeno il 50 per cento delle maggiori imposte accertate. Passati i 30 giorni dal termine di pagamento, si procederà a una riscossione coatta.
E questo per spiegare in modo molto semplice di che cosa stiamo parlando. Ma tutto questo che cosa c’entra con il viaggio di nozze? Ebbene, pare che c’entri, eccome, avvisano gli esperti agenti di viaggio! Ecco come.
Come influisce il redditometro nel viaggio di nozze
Si sa che la maggioranza delle coppie mette in lista il viaggio di nozze, che, nella maggior parte dei casi, viene dunque regalato alla coppia. A partire da quest’anno il redditometro potrebbe rendere le cose più complicate. La coppia potrebbe essere infatti chiamata a giustificare un viaggio, che, di solito, è molto costoso e che di per sé i due honeymooners non potrebbero pagarsi, proprio per questo diventa una voce importante della lista nozze.
Come ovviare eventuali – ingiusti – problemi
Recentemente, un articolo del Sole 24 Ore tentava di rispondere a questo tipo di dubbi, suggerendo di aprire dei conti correnti dedicati a questo proposito e raccogliere in questi le donazioni. Pare che gli agenti di viaggio - per aiutare i clienti ed evitare cadute del business – si stiano già organizzando in questo senso. L’alternativa sono i bonifici con casuale.
Basterà dunque qualche accorgimento per poter dimostrare all’Agenzia delle Entratre la provenienza delle somme devolute a organizzare il vostro viaggio da sogno. Non si tratta certo di rinunciare a Mauritius, Seychelles o Kenya per il viaggio decisivo nella vostra nuova vita di coppia!
