Vademecum per una relazione di successo dopo i figli
Abbiamo già trattato in un articolo qual è la chiave per una relazione di successo, ma cosa succede quando si diventa "una coppia di tre"? Ecco il nostro vademecum per la sopravvivenza della coppia dopo l'arrivo di un figlio.
Avete mai sentito parlare di crisi di coppia dopo la nascita di un figlio? In articoli precedenti abbiamo visto come trattare ed evitare tensioni e crisi durante i preparativi di nozze, ma lo stress provocato dalla ricerca di abiti da sposa, dalle visite alle location e dalla scelta di partecipazioni e bomboniere matrimonio niente ha a che vedere con una potenziale crisi post-figli.
Oggi in questo articolo cerchiamo di analizzare le dinamiche più comuni che possono portare a una crisi di coppia dopo l'arrivo di un figlio, partendo proprio dal perché può succedere. E vediamo come attraverso la presa di coscienza di queste dinamiche, che possono essere del tutto normali e naturali, è possibile evitare la crisi (o risolverla) salvando la coppia.
Un radicale cambiamento: il sonno
"Sei incinta? Congratulazioni! Approfittate per dormire ora che dopo ve lo sognate!". Chi non si è sentito dire questa frase durante la gravidanza di un primo figlio? Si risponde ridacchiando, si pensa che si scherzi o che si esageri, ma non è così... anzi, è proprio così, così come si evince dalla battuta: "non si dorme più"! Salvo eccezioni, la "regola" vuole infatti che il nuovo arrivato si svegli spesso e volentieri durante la notte (vedi "risvegli fisiologici dei neonati"), che pianga molto i primi mesi e per motivi a volte incomprensibili agli assonnati neo genitori, e che lo faccia soprattutto di sera/notte, proprio quando si è più stanchi. Questo, unito ad altri importanti fattori, come la necessità e la responsabilità di occuparsi del pargolo, della casa, del lavoro e, perché no, anche di se stessi, combinato con la poca comprensione e collaborazione, spesso carente, da parte della società e mondo esterno, può portare naturalmente a una crisi.
Come si reagisce di fronte a una situazione del genere? L'estrema stanchezza e il sonno arretrato potrebbero portare a perdere lucidità, a diventare più irritabili e a sfogare la frustrazione con la prima "vittima" che abbiamo a tiro, il partner appunto, contribuendo alla creazione di un impasse che potrebbe provocare una crisi anche tra le coppie più stabili.
Cosa fare per evitarlo?
La chiave sta nell'empatia, nella complicità e nella collaborazione. Ma soprattutto nella razionalizzazione e nella capacità di relativizzare la situazione "apparentemente disperata". Quando ci si trova con un neonato in braccio urlante, o a svegliarsi ogni ora durante la notte, può capitare di fare la seguente tragica considerazione: "Sarà sempre così!". No, non sarà sempre cosi, tornerete certamente a dormire: questa fase del neonato, infatti, è assolutamente temporanea. Significa che passa (solitamente nell'arco di 12 mesi), che si risolve e che si supera. Ma come fare, nel frattempo, per far restare a galla la relazione e di conseguenza la nuova famiglia? Esiste tutta una letteratura al riguardo, numerosi libri che dispensano consigli e propongono "dritte e strategie" per conseguire una routine familiare sana e positiva al fine di raggiungere il ricercato equilibrio.
Dialogare con il partner, confrontarsi, esprimere naturalmente i propri sentimenti e le proprie frustrazioni, concedersi ascolto reciproco, aiutarsi... sono alcune delle cose che si possono fare per evitare di andare in crisi. Capire e riconoscere coscientemente la ragione di sentimenti come stanchezza e frustrazione, vi aiuterà a relativizzare e a sdrammatizzare insieme il momento, magari anche con ironia, facendovi ritrovare complicità e fomentando la stima reciproca.
Il peso delle nuove responsabilità
L'arrivo di un neonato in una coppia che aveva, da più o meno anni, un equilibrio ben definito, comporta l'improvviso stravolgimento dello stesso. Non solo ci si vede momentaneamente "privati" della soddisfazione di bisogni prettamente naturali e fisiologici, come quello di riposare o di prendersi cura di se stessi, ma a questo si somma anche l'inevitabile aumento delle responsabilità, in numero e in peso. Obblighi e doveri si moltiplicano e i compiti quotidiani diventano più pesanti, cose che pensavate sarebbero state semplici e naturali improvvisamente sembrano più complicate del previsto: allattamento, cure igieniche del pargolo, visite pediatriche, ecc... senza contare la comparsa di eventuale "baby blues" o depressione post-parto.
Come evitare di essere schiacciati?
Per evitare che l'avvento di nuove responsabilità schiacci con il loro peso la vostra relazione, bisogna assumere quotidianamente "l'elisir di lunga vita di coppia": una buone dose di maturità, reciproco sostegno e assistenza, libertà q.b., divisione dei compiti e condivisione dei ruoli.
Oggi, infatti, grazie all'aumento del lavoro femminile e alla conquista delle pari opportunità, è doveroso comprendere che occorre una co-genitorialità, basata sull'intercambiabilità nei ruoli, e una equa divisione dei compiti che non sovraccarichi maggiormente uno dei due partner rispetto all'altro. Questo fantastico obiettivo, però, può essere raggiunto solo attraverso il dialogo e il confronto.
No al risentimento, sì alla comunicazione
Se sostegno e condivisione dei ruoli costituiscono l'elisir di una lunga vita di coppia da genitori, risentimento e rancore ne producono il veleno, il cui unico antidoto diventa la comunicazione. Se dopo l'arrivo di un figlio iniziate a sentire spesso e volentieri sentimenti di rabbia ed amarezza verso l'altro, iniziando ad assumere atteggiamenti animosi con il partner, fate scattare una piccola allerta dentro di voi che vi ricordi che giocate nella stessa squadra e che, se vi sembra che stiate perdendo, forse è il caso di interrompere un attimo la partita, riunirvi negli spogliatoi, e parlare per cambiare strategia.
Comunicate al partner come vi sentite di fronte a questa meravigliosa quanto faticosa nuova avventura che state condividendo, fate sapere all'altro di cosa avete bisogno, parlategli dei vostri sentimenti e riconoscetegli pregi e qualità che state amando di lui/lei come genitore, incoraggiatevi mutuamente. Cercate di adottare un atteggiamento positivo e, facendo ricorso alle vostre doti di problem solving, proponete soluzioni che possano venire incontro a entrambi.
Passato l'uragano, ritrovatevi
Un figlio ti cambia la vita, rivoluziona l'assetto famigliare e "rimette ordine" tra le priorità, autoposizionandosi in pole position e acquisendo il monopolio delle attenzioni. Ciò potrebbe allontanarvi, ridurre i momenti di intimità o farvi sentire in "isolamento" rispetto alle amicizie e alle attività che svolgevate prima del suo arrivo, in coppia o singolarmente. Ma superato l'impatto iniziale e trovato il nuovo equilibrio organizzativo, è possibile riavvicinarsi a passioni personali e a momenti di maggior contatto con il partner. Stabilite un giorno alla settimana (o al mese, secondo le esigenze di ciascuna coppia) in cui uscite da soli, fate un'attività insieme o semplicemente vi rilassate sul divano e guardate un film come ai vecchi tempi...
Sorprendetevi ogni tanto come facevate prima, regalate un bouquet di fiori o un oggetto che sapete verrà apprezzato. E se nonostante l'impegno non riuscite a recuperare la vostra stabilità di coppia, affidatevi a un professionista che intraprenda con voi una terapia. Vivere una crisi di coppia dopo l'arrivo di un figlio è più comune e frequente di ciò che si pensi: non esistono coppie che non hanno mai avuto una crisi, esistono coppie che non sono mai state messe alla prova, e l'arrivo di un figlio in un nucleo famigliare è una di queste.
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