Il matrimonio di Alessandra e Fabio a Feroleto della Chiesa, Reggio Calabria
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A&F
15 Set, 2019Il racconto del nostro matrimonio
Non è semplice raccontare il giorno delle mie nozze senza scadere nell'ovvio. Per me è stato un giorno particolare, giunto alla fine di un percorso tortuoso e spesso in salita, ma con enorme soddisfazione abbiamo insieme raggiunto la cima per iniziare la discesa.
Nei giorni prima del matrimonio, al di là dei nervosismi provocati dai preparativi e dalle ingerenze allora più o meno desiderate da parte di parenti e amici, ho conservato grande tranquillità, nella consapevolezza che si andava chiudendo un percorso naturale, mai forzato. Il matrimonio era la logica e desiderata conseguenza di tutto ciò che c'era, che c'è tra me e Alessandra; le nostre storie non sarebbero potute finire diversamente.
Anche il giorno stesso mi sono alzato senza particolari ansie. La cerimonia era prevista per le 18. Ho svolto con grande tranquillità i compiti che mi spettavano (andare a ritirare il buffet per intrattenere gli ospiti presenti a casa per il pranzo, andare dal barbiere per rifinire pettinatura e barba, prepararmi e abbandonarmi alle richieste dei fotografi, ospiti peralmeno un paio d'ore dalle mie parti). Attorno alle 16.40 siamo partiti per Feroleto (circa 1 ora di tragitto a passo di crociera imposto dalla fila di macchine) e ancora non trasalivo segni di emozione. Ho guidato, portato con me mia mamma e mia nonna, e durante il percorso abbiamo persino parlato d'altro. Era come se le stessi portando al supermercato a fare la spesa, come avrò fatto per decine di migliaia di volte.
Continua a leggere »Arrivati al Mylos, che ha ospitato sia il rito religioso/civile che il ricevimento, qualcosa è improvvisamente cambiato. Il mio cuore ha iniziato far da cassa di risonanza di un'emozione crescente, difficilmente spiegabile a parole. Ho iniziato ad andare in confusione: girati di qua, guarda di là, prendi il bouquet, parla con quella persona, ecc... L'emozione si è poi evoluta in occhi lucidi allorché ho visto Alessandra (puntuale come non mai in vita sua: 18.05!) iniziare la passerella preceduta da Ester, la sua nipotina e damigella, e fiancheggiata da Mimmo, mio suocero, che alla fine del percorso mi ha rovesciato un rassicurante "Te la consegno".
L'ansia a questo punto si è trasformata in incapacità di intendere e di volere. Guardo Alessandra negli occhi e le confido: "Io non so cosa fare!". Sorprendentemente a suo agio, la mia moglie in divenire mi ha sapientemente guidato lungo i passaggi tanto semplici quanto impossibili in quel momento. "Toglimi il velo". "Dammi un bacio in fronte". "Siediti". Ecco, dove? Anche lì sono andato in confusione, ma dopo qualche passo maldestro ho individuato la mia posizione.
La cerimonia religiosa è scorsa in maniera piacevole, scandita dai momenti musicali offerti da uno splendido coro e le battute (ma anche una breve riflessione biblica) del pastore Giovanni. Non rimaneva che scambiarsi le promesse (più facile a dirsi che a farsi), gli anelli e il solenne bacio alla sposa. Stavolta sì, sapevo cosa fare. Di più: ho l'illuminazione del momento. "Posso fare un selfie?". Credo resterà nella piccola storia del nostro matrimonio.
Dopo la cerimonia la festa è proseguita con un piccolo buffet di intrattenimento degli ospiti, mentre io e la mia appena moglie tornavamo nelle mani dei fotografi per qualche scatto, senza allontanarci dalla struttura. A compito fatto, il maitre ci ha chiamati per fare il giro delle isole dell'aperitivo/antipasto a buffet che dava inizio alla cena vera e propria. A quel punto ci siamo concessi qualche prelibatezza tra quelle offerte dal menu mentre molti ospiti venivano a salutarci, scambiare due parole e naturalmente qualche mitragliata di fotografie. Di lì a breve ci saremmo spostati nel giardino d'inverno, la sala predisposta per il menu servito: una struttura al centro del giardino, coperta ma con pareti laterali di vetro. Una sorta di cena all'aperto, ma coperti.
Tra qualche assaggio al menu, un giro tra i tavoli, qualche ballo e l'intrattenimento musicale di Paola Nicolò e dei suoi accompagnatori, la serata è scorsa rapidamente sino al taglio della torta, avvenuto su un suggesionante balcone tra le vecchie strutture del Mylos. Un saluto e un ringraziamento agli ospiti presenti, la consegna delle bomboniere e poi la volta presso l'albergo in cui il Mylos ci ha offerto la nostra prima notte. Stanchi, felici, pienamente soddisfatti della giornata, che è stata esattamente ciò che ci aspettavamo: il coronamento naturale di qualcosa di già scritto, solamente da vivere insieme.
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