Il matrimonio di Alessandro e Irene a Zelo Buon Persico, Lodi
Country Primavera Viola 3 professionisti
A&I
27 Apr, 2024Il racconto del nostro matrimonio
Ogni sposa credo definisca il proprio matrimonio perfetto, ma il nostro lo è stato in modo oggettivo.
Sembrerà banale ma penso che più di ogni altra cosa abbia stupito e sia rimasta impressa la passione e l’intesa incredibile tra me ed Alessandro.
Il prete che ha condotto la messa, Don Giancarlo (ex prete di Zelo anche lui agitato forse perchè felice di ritornare alla sua vecchia comunità) ci ha seguiti durante tutto il cammino di preparazione e ha celebrato in modo magistrale, ha reso la messa molto personale cercando di trovare collegamenti tra i brani da noi scelti e le nostre personalità (facendo un lavoro di preparazione notevole insieme ad alcuni cari amici e testimoni).
Non mi riesco ancora a capacitare di quanto quel giorno sia passato velocemente ed in un attimo sia finito.
Il tutto è partito la sera prima del matrimonio quando Alessandro insieme ad alcuni amici mi ha raggiunta a casa dei miei genitori per farmi una serenata (ahime sotto l'acqua perchè il tempo non era dei migliori). Nonostante la pioggia la via era lastricata di candele accese che rendevano tutto estremamente intimo (anche se i vicini non hanno tardato ad uscire dalle case appena sentita la musica a tutto volume). Coadiuvato da mio fratello (musicista) ha riarrangiato la canzone "Angela" di Checco Zalone, con il mio nome e cambiando il testo, ovviamente è stato tutto molto divertente, ha sorpreso tutti ma soprattutto me che non mi aspettavo certo una cosa del genere... ormai quella canzone la cantiamo solo con le parole scritte da Ale. Successivamente ha creato atmosfera consegnando a ogni amico una lanterna con all' interno una candela accesa e ha cantato " Ti Sposerò" di Jovanotti e qui altro che pioggia... le lacrime scorrevano a fiumi da parte di tutti. Dopo questa performance, nel quale non ci siamo nemmeno potuti avvicinare si è ritirato con tutta la Gang a casa dei suoi genitori a riposare prima del grande giorno... Quella notte è stata la più lunga della mia vita.
Continua a leggere »Alle 5:30 ero già in piedi con gli occhi sbarrati, l'emozione era incontenibile, non vedevo l'ora di raggiungere la mia parrucchiera ed iniziare i preparativi.
Ore 7:15 mi viene consegnato quello che sarà il mio bouquet da sposa, rimango stupita da quanto fosse spettacolare, mi rappresentava completamente, un grafica aerea fatta da torchon di sisal azzurro decorato con catene di Swarosvky cascanti e steli di muscari lilla… MERAVIGLIOSA l’ unione del colore allo stile elegante e classico del bouquet.
Alle 7:30 varcavo la soglia di casa mia per volare dalla parrucchiera. Dopo 1h di preparazione sono corsa a casa dove mi aspettava la truccatrice che aveva appena finito di sistemare mia mamma, in un attimo sono stata travolta da pennelli e pennellini, polveri, gloss e attrezzi di tortura che mai avevo utilizzato prima.
Sono le 10:30 manca un'ora al matrimonio, la casa di sotto si sta riempiendo di gente, la vicina (ex maestra di mio fratello) intrattiene gli ospiti suonando melodie romantiche al pianoforte, duettando talvolta con mio fratello. I fotografi scalpitano, iniziano a scattare foto di ogni angolo della casa, Buffet, confetti, fedi, fiori, invitati... La gente continua ad arrivare e la tensione cresce.
Dopo aver affrontato mia mamma sulla porta della camera da letto e aver ripreso ogni singolo angolo della casa, i fotografi riescono ad entrare e iniziano la loro impresa di rendermi una modella professionista nonostante il mio palese imbarazzo.
Dopo quasi 40 minuti di scatti sono pronta, di sopra con me solo la mia Meravigliosa damigella d'onore, Simona, impeccabile fino all' ultimo secondo, mi sistema la coda dell'abito e mi saluta prima della mia discesa dalle scale.
Ero una principessa. Appena gli ospiti hanno intravisto i miei piedi nelle scarpe perlate scendere i gradini hanno iniziato ad applaudire e boati di gioia e commozione mi hanno accolta appena il mio musino, del tutto restaurato da un ottimo trucco, ha fatto capolino sulla curva delle scale.
Appena ho visto la quantità di gente che mi attendeva di sotto battendo le mani sono scoppiata a piangere di gioia (ringrazio le mie truccatrici che hanno usato del trucco waterproof che ha retto divinamente). L' emozione era incontenibile, una folla di gente mi osservava come se fossi la regina, colleghi del lavoro abituati a vedermi in costume e cuffia, mi hanno riempita di complimenti e mi guardavano con occhi meravigliati.
Tanti visi noti, compagni di pallavolo, amici, colleghi, vicini ed altri meno conosciuti (a quanto pare c'era pure il vicesindaco) oltre ai parenti che piangevano di gioia insieme a me. Se ci fosse stato un tappeto rosso mi sarei creduta una star di Hollywood sul red Carpet, contornata da fotografi e videomaker che mi chiedevano di guardare nella loro direzione.
11:20 è ora di uscire, la chiesa è solo a pochi minuti di macchina ma non vedevo l’ora di arrivare in piazza. Io e mio papà siamo sui sedili posteriori di una macchina d’epoca azzurra identica a quella del mio bisnonno, mia mamma a tutti i costi è voluta salire sul sedile davanti di fianco all’ autista “ solo fino alla fine della via” dice…così mio fratello, mio testimone e suo accompagnatore parte senza di lei e subito il mare di gente che sta aspettando la di vedere la mia partenza corre in mezzo alla strada a fargli cenno di fermarsi… tutto molto ridicolo a ripensarci ma indubbiamente è servito a smorzare la tensione. Sentivo le guance doloranti perché non riuscivo a smettere di sorridere anche quando piangevo dall’emozione sorridevo, era più forte di me.
11:35 si arriva in chiesa.
Estremamente puntuale per i miei standard arrivo nel piazzale della chiesa, un sacco di gente sul sagrato, ma non riconosco nessuno lì per lì. Scendo dalla macchina ed un boato mi accoglie, sento delle voci in lontananza che mi fanno complimenti e che cercano di richiamare la mia attenzione ma il mio sguardo è fisso dentro la chiesa dove spero di intravedere il mio futuro marito. La sfilza di damigelle e paggetti che aprono il corteo mi blocca la vista ma appena scorgo il suo volto mi scappa un urlo di gioia “Arrivo amore!” un secondo dopo mi rendo conto di aver fatto una cosa ridicola, la gente sul sagrato di fianco a me ride ma non per prendermi in giro ma perché riconosce in quell’urlo la spontaneità che mi contraddistingue… ero io, semplicemente Irene che voleva rassicurare Alessandro, ero lì, ero arrivata, stavamo per sposarci… non vedevo l’ora.
Prendo sottobraccio mio papà che mi guarda negli occhi e mi sussurra sorridendo “sei pronta? Andiamo?” Faccio un bel respiro, ricevo una carezza sul viso da mia mamma, e annuisco. Sento la marcia nuziale e vedo i miei nipotini incamminarsi per la navata tenendo insieme un’ arzigogolata struttura a cerchi concatenati in giallo e verde a cui sono appese le nostre fedi, dopo di loro le mie nipotine belle come il sole sfilare con il loro bouquet abbinato all’abito ed infine la mia grande amica…è il nostro momento, stringo forte il braccio di papà e con passo sicuro attraversiamo la navata lo sguardo puntato su Alessandro che mi sorride e si morsica nervosamente il labbro inferiore, forse per trattenere le lacrime.
Papà lo abbraccia e gli sussurra qualcosa all’ orecchio probabilmente un augurio (o magari una minaccia velata…) lo bacia e mi consegna a Lui.
Mio marito era bellissimo, il suo meraviglioso corpo fasciato in un abito blu acceso con un panciotto argentato, un garofano rosa puntato sul bavero con una leggera catenina di Swarovsky a richiamare il mio bouquet, al collo una cravattina perlata con un fermaglio argentato al posto del nodo. Suoi occhi brillavano, le sue labbra erano asciutte e continuava a spostare il peso da un piede all’altro come fa quando è agitato. Quando le sue mani mi sfiorano le sento fremere, sento che vorrebbe baciarmi e dirmi quanto gli fossi mancata quella notte ma si contiene e dopo un timido bacio sulle guance mi dice che sono bellissima e continua a ripetermelo fino a che non finisce definitivamente la marcia.
La cerimonia ha inizio, il Don mi sorride e sussurra “ok adesso tranqui ci penso io” il sorriso che non mi ha mai abbandonata si tira ancora di più. Ero dove volevo essere, con la persona che volevo e voglio al mio fianco per tutta la vita, contornata dalle persone a cui voglio bene, ero felice solo questo, sentivo il cuore che voleva uscire dal petto, risaliva verso la bocca e agli occhi che si riempivano di lacrime ad ogni frase detta dal Parroco.
Poi il vuoto, in un secondo mi rendo conto che è già il momento delle promesse, e io mi stavo ancora tamponando le lacrime di gioia così nascondo n velocità il fazzoletto sotto il bouquet e porgo la mano destra ad Alessandro. La sua voce è ferma e lo sguardo fisso sul libretto che il Prete gli tiene alto davanti agli occhi. Tocca a me, faccio un respiro per cercare di nascondere l’emozione, inizio a parlare ma dopo pochi istanti la bocca si tende in un sorriso ancora maggiore e guardando negli occhi mio marito la voce si spezza e concludo con un piccolo urletto di gioia.
La cerimonia continua e poco dopo è il momento dello scambio degli anelli, ancora legati a quella inconsueta struttura che manda brevemente in crisi il don che non trova le fedi.
Alessandro non delude la sua voce è sicura e squillante, mi guarda negli occhi e dopo il segno della Croce mi infila la fede nell’ anulare della mano sinistra e mi sorride. È il mio turno, questa volta più tranquilla prendo l’anello pronuncio il giuramento, faccio il segno della Croce e infilo l’anello nel dito di Ale che arrivato alla giuntura si blocca. I miei occhi sono spalancati e fissano il volto di Alessandro che abbassando lo sguardo mi sussurra di continuare. Il don ricomincia a parlare invitandoci a darci un bacio, ma questa volta sono gli occhi di Ale ad essere spalancati… Avevamo invertito le fedi… una risata contagiosa conquista la platea che si scambia sguardi di intesa come a dire “non poteva andare diversamente… sono proprio loro”
La tensione sembra sparita, gli sguardi intorno a noi sono sereni, io ed Ale siamo ufficialmente marito e moglie. Sono felice.
Il resto della cerimonia scorre veloce, i nostri amici e parenti leggono le letture e le preghiere dei fedeli che ricordano anche i miei nonni che non ci sono più ma che sentivo comunque al mio fianco, la predica è allegra e il don dedica molto tempo a descrivere le nostre personalità e alla nostra coppia che in parte gli è entrata nel cuore.
Finita la cerimonia, dopo le foto di rito e le firme, nostre e dei testimoni, ci avviciniamo all’uscita, varchiamo la soglia ad accoglierci il sole, assolutamente inaspettato vista la giornata grigia, ma non solo, la banda del paese ci sorprende accompagna la nostra uscita già sommersa da un pioggia di riso e stelle filanti, i bambini soffiano nelle bacchette delle bolle di sapone ed io mi riparo sotto il braccio di Ale che non mi lascia un istante.
Non facciamo in tempo a scendere le gradinate del sagrato che fiumi di amici e parenti vengono a salutaci e a congratularsi con noi. Nulla poteva rendere quel momento migliore… era tutto perfetto, eravamo felici.
Il resto della giornata è proseguito festeggiando, il banchetto del ricevimento ha riscosso notevole successo e le tante sorprese della giornata hanno aiutato a far volare il tempo. In particolar modo il flash mob organizzato in segreto per Ale, coinvolgeva le giovani donne, gli amici uomini e tutti i parenti anche quelli che arrivavano la lontano… Ale è rimasto senza parole, mai si sarebbe aspettato una cosa simile, e si…devo dire anche io mi sento molto soddisfatta della mia capacità coreografica e di gestione delle risorse umane. Tutto perfetto, tutto meraviglioso. Al taglio della torta ha iniziato a piovere ma noi eravamo troppo felici per occuparcene, felici, felici, felici, noi, i nostri genitori, i parenti e gli ospiti tutti… sono di parte ma il nostro matrimonio è stato meraviglioso.
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