Il matrimonio di Alessandro e Ludovica a Padova, Padova
All'aperto Primavera Fucsia 2 professionisti
A&L
31 Mag, 2014Il racconto del nostro matrimonio
Ci sono momenti in cui ancora non mi rendo conto che è già passato tutto, che il grande giorno è arrivato e passato, che finalmente sono sposata con il mio grande amore, eppure eccomi qui a raccontarvi il mio grande giorno.
Non sto qui a raccontarvi dei giorni precedenti al matrimonio, che per inciso sono stati frenetici, faticosi, confusionari e anche un po' schifosi, voglio però provare a trasmettervi un po' della gioia di quel giorno. La notte ho dormito, anche se non un sonno riposante. La sveglia è suonata alle 7.00 e io mi sono rigirata nel letto senza volermi alzare, solo la consapevolezza che avevo poco tempo per lavarmi e far colazione prima dell'arrivo della parrucchiera ha fatto si che uscissi da sotto le coperte. Mi alzo senza aver il coraggio di vedere il meteo, la sera prima aveva piovuto tanto forte che mi era sorto il dubbio di dover arrivare in chiesa con un gommone.
Andando in bagno mi accorgo che anche mia sorella è sveglia, mi siedo accanto a lei, siamo entrambe calme e rilassate stupite che io non stia dando di matto. Lei si offre di andare a comprare le brioche per la colazione, io le dico che la voglio al cioccolato, e mentre lei va in pasticceria a comprarle io mi faccio la doccia e mi preparo per l'arrivo della parrucchiera. Nel frattempo che mia sorella è fuori si alzano anche i miei che stavano beatamente dormendo. Così facciamo colazione tutti assieme, come non capitava da tanto. Sbircio le previsioni meteo, non sono più in ansia ma sono curiosa di sapere cosa mi aspetterà. Il meteo segna sole tutto il giorno, con qualche goccia di pioggia la sera, perfetto così. Il papà mi aveva detto che se anche io fossi stata sfigata, lui aveva culo e che il giorno del matrimonio di sua figlia non poteva che esserci il sole, aveva ragione.
Continua a leggere »Finiamo di far colazione e nel frattempo arrivano le parrucchiere. Una parte da me a truccarmi, l'altra inizia a pettinare mia sorella. Nel frattempo la mamma va a cambiarsi e il papà si mette in tenuta da corsa, infatti deve portare la seconda auto davanti alla chiesa ma ha deciso che anziché farsi accompagnare se ne tornerà di corsa così da rilassarsi ed evitare di gironzolare in casa. Rimango tranquilla finché mi truccano e mi pettinano, l'agitazione inizia a farsi sentire solo quando inizia ad arrivare mio cognato, poi la mia testimone e infine l'autista con il bouquet, manca un'ora al matrimonio, ma del fotografo non c'è l'ombra. Non mi do il tempo di pensarci troppo, inizio a prepararmi e giro per casa truccata con i capelli fatti in intimo e sottogonna. L’abito abbiamo deciso di metterlo quando arriva il fotografo in modo da non sgualcirlo troppo. Mi faccio sistemare due cose del trucco e in quel momento arriva anche il fotografo. Inizia a scattare delle foto. Mi devo vestire, è un’operazione un po' complicata, per prima cosa la mamma mi lega il cinturino delle scarpe, poi mi metto un fulard in faccia per proteggere trucco e acconciatura mentre mamma e sorella mi calano l’abito dalla testa. Lo sistemiamo bene a tre mani e iniziamo a stringere. La mamma non riesce a chiudere i bottoni, salta la prima asola del primo bottone, per fortuna per i primi bottoni è doppia, poi con calma la mamma riesce a chiuderli e prende il ritmo, è fatta, ho indosso il mio splendido abito!
Il fotografo riprende a farmi altre foto e in un baleno si fanno le 10.50, alle 11.00 dovrei essere in chiesa. Mi faccio sistemare il velo e mi sento stupenda. Tutti fuori, il fotografo protesta che non ha fatto le foto con i genitori, rispondo che c’è ancora tutto il ricevimento e che le faremo la. A posteriori posso dire che sarebbe stato meglio farle, ma non importa, in quel momento volevo solo arrivare in chiesa dal mio Amore e del resto non mi importava nulla. Saluto i vicini che si sono affacciati a vedermi e salgo in macchina. Il papà con il cellulare in mano vuole che ci facciamo un selfie, scattiamo circa 10 foto, ma dai miei occhi si scorge l’impazienza di arrivare.
Un quarto d'ora e siamo nella piazzetta antistante il sagrato della chiesa. Mia zia ci vede arrivare corre da noi e con gli occhi chiusi per non rovinarsi la sorpresa mi domanda se deve far entrare in chiesa le persone, le rispondo di si e attendo che tutti siano entrati lasciando sgombro il sagrato. Ora tocca a me, mi stanno aspettando il mio amore mi sta aspettando. Esco dalla macchina con l’aiuto del papà, mia sorella è là per aiutarmi a sistemare lo strascico. Sono pronta, posso entrare, ma prima chiedo conferma che l’amore mio ci sia. Ok, abbiamo il via libera.
Siamo all’ingresso della chiesa, ricordo al papà che dobbiamo camminare piano e poi lo blocco. Il coro sta suonando l’Ave Maria, aspetto che finiscano perché dovrebbe partire la marcia di Mendelssohn, ma aspetto quelli che a me sono sembrati minuti ma forse sono stati solo una manciata di secondi, il papà mi chiede se sono sicura e io rispondo di si, gli ho mandato io la scaletta. Alla fine parto, non mi interessa nulla di cosa stia suonando il coro, voglio solo arrivare in fondo dove mi attende il mio Amore. Seguendo il consiglio dell’autista procedo piano, guardando avanti, non soffermandomi sugli ospiti per evitare di mettermi a piangere o inciampare, nonostante tutto sono talmente felice ed emozionata che gli occhi mi si bagnano.
Arrivo in fondo, saluto la mamma, saluto mia suocera che mi passa un fazzolettino, saluto mio suocero e poi finalmente saluto il mio Amore. Accomodata al banco saluto il prete e gli dico, “Don, devi dirmi cosa fare, perché non sto capendo nulla!”. In un batter d’occhio arriviamo alle promesse. Sono troppo emozionata per riuscire a pronunciarla, così decido di leggerla, ho il cuore stretto in una morsa di gioia e se non sentissi la calda mano del mio Amore che stringe la mia, penserei di essere in un sogno. La cerimonia è quasi finita e ora tocca a noi leggere un brano che vogliamo condividere con chi ci vuole bene. Inizio a leggere, tremo dall’emozione, ma ho accanto il mio sostegno, il mio migliore amico, l’uomo che mi rende felice e così leggo il brano senza intoppi. Tutti si emozionano e applaudono. Vengono letti gli articoli del codice civile, congedati gli altri , mentre noi con i testimoni ci fermiamo a firmare.
E’ fatta. Siamo marito e moglie davanti a Dio e allo stato. Siamo felici, ci guadiamo e sorridiamo contenti. Mentre gli altri ci aspettano fuori, facciamo qualche foto in chiesa e poi pronti per uscire. Percorriamo la navata e i nostri amici tirano fuori un cartellone che dobbiamo rompere per uscire, poi appena fuori è un turbinio di colori, di riso e di confetti. Sono baci, abbracci, saluti e foto. Ti rendi conto che sono tutti li perché ci vogliono bene, perché vogliono essere partecipi della nostra gioia, e questa consapevolezza non può che accrescere la nostra felicità.
La cerimonia è durata un’ora e mezza eppure a noi sembra sia durata pochissimo, gli ospiti ci dicono che nonostante si siano accorti che è stata lunga erano talmente coinvolti, il prete è stato talmente bravo che non è pesata neppure un po’. La carovana di amici e parenti parte per la villa e noi dopo aver svuotato la macchina di palloncini siamo pronti a seguirli, non fosse che hanno chiuso l’ingresso del sagrato con la catena e non possiamo uscire. Recuperiamo il custode e partiamo anche noi per la villa. Siamo già a metà strada quando ci ricordiamo di dover chiamare il catering, ci dicono che sono già arrivati degli ospiti, così gli diciamo di partire con gli aperitivi che noi saremmo arrivati di li a 10 minuti. Arriviamo, i camerieri ci attendono con il vino in mano e tutti brindano a noi.
Di sottofondo sento la musica che accompagna il nostro ingresso, sono bravi i musicisti, sono contenta della nostra scelta. Il tempo è perfetto, il sole illumina il giardino della villa scaldandoci, non c’è traccia di umidità e all’ombra si sta quasi freschetti. Il catering ha sistemato tutto alla perfezione, non c’è nulla fuori posto. Escono gli antipasti a buffet, c’è un’infinità di cibo. Mio marito agguanta due piatti per noi, prima di essere risucchiato da qualche parte, io mi piazzo in un angolino a mangiare un po’. Mi avevano detto che al matrimonio non si mangia molto perché si ha lo stomaco chiuso, beh io avevo una voragine aperta! Faccio in tempo a mangiare due bocconi prima di essere chiamata a parlare con gli ospiti e poi a fare un po’ di foto con il mio amore. Pranziamo, tra un saluto al tavolo e l’altro, ci divertiamo e stiamo bene. Dopo pranzo chiediamo di far uscire il cavallo. E’ stato un colpo di genio, tutti ne sono entusiasti. Passa in fretta il tempo, e via via la tensione va dissipandosi. Come era nostro desiderio le persone si sentono in famiglia, rilassate, si divertono e pure i bambini che giocano con la babysitter si divertono. I musicisti chiamano il lancio del buquet, le ragazze non ancora maritate si dispongono alle mie spalle. Controllo dove si è posizionata mia sorella che da due settimane mi corrompeva a lanciarlo a lei.
Si è posizionata alla mia sinistra. Mi volto e le faccio cenno di spostarsi in centro che altrimenti sarebbe troppo palese la cosa, ma lei non si sposta. Dal lato opposto vedo la mia “cuginetta” in posizione per sbaragliare le avversarie, come in una delle sue partite di basket, è talmente agguerrita da essersi levata le scarpe! Faccio una finta, le vedo muoversi alle mie spalle, mia sorella è sempre a sinistra. A quel punto lancio il buquet più o meno al centro, anche se un po’ più a sinistra. Mi volto e il buquet è in mano a mia sorella, mentre mio cognato è rimasto congelato con la macchina fotografica tra le mani. Ora aspettiamo entro il 31 maggio del prossimo anno la proposta di matrimonio! Senza quasi rendercene conto siamo già arrivati al taglio della torta, è talmente bella che neppure mi sono ricordata che non avevamo portato il caketopper. Di sottofondo durante il taglio della torta i musicisti suonano una canzone a noi cara, che avevano preparato per l’occasione: la versione acustica di “A Thousand Years” di Christina Perri.
Io sono emozionata, ma intravedo tra gli ospiti qualcuno con gli occhi umidi per l'emozione. Gli ospiti iniziano ad andare alla spicciolata, ci ringraziano, ci dicono che sono stati bene, qualcuno addirittura ci chiede quando ci risposeremo tanto è stato bene, noi non possiamo che essere felici di ciò. Un momento veramente bello è stato quando la fidanzata di mio cugino, che abbracciandoci tra le lacrime ci ha ringraziato per l’affetto dimostrato verso di lei e per averla fatta sentire parte della nostra famiglia. Quando anche gli ultimi ospiti se ne sono andati rimaniamo noi con i nostri genitori e la famiglia del cognato di mio cognato, ci guardiamo e se pur la stanchezza si fa sentire sembra che la giornata sia passata in un istante.
Quel giorno è valso ogni istante dei due anni di preparativi, è stato tutto come volevamo noi, e anche se c’è stato qualche intoppo il nostro amore e quello delle persone a noi care ha reso tutto ancora più magico e perfetto.
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