Il matrimonio di Ambra e Davide a Valenza, Alessandria
Vintage Autunno Rosa 2 professionisti
A&D
24 Set, 2016Il racconto del nostro matrimonio
Matrimonio di Ambra e Davide 24 09 2016, Valenza
La giornata inzia alle 0633, quando un messaggio di Ambra mi sveglia, vibrando il telefono sul comodino. Mi chiede se sono sveglio. Beh, si sono sveglio, ho l’apparecchio in mano e mi ritrovo a stiracchiarmi nel buio della stanza, cercando di focalizzare le numerose faccende da sbrigare per arrivare preparati alla cerimonia, fissata per le 11.00.
So che sara’ un sabato lungo ed impegnativo, e come da accordi presi la sera precedente, resto inattivo fino alle 07.00, momento in cui devo attivarmi e prendere servizio, per cosi dire, per ultimare quei preparativi che il venerdi non abbiamo proprio potuto portare a termine. Sono tranquillo, ma mi piace lasciarmi cogliere dal senso di inquietudine ed agitazione che incombe ovunque nell’edificio della Villa Gropella, anche se intuisco che le mura vecchie di trecento anni del palazzo sono assolutamente indifferenti, deve essere quel che ribolle nel calderone delle nostre emozioni e sensazioni che satura l’atmosfera di un’energia che mi travolge e mi fa scattare.
Continua a leggere »Immagino la sposa gia’ in preda alla tensione, in effetti, la stella indiscussa delle nozze e’ lei, e di li a poco tutti gli occhi la cercheranno e la guarderanno a sazieta’. Penso a quanto avevo pensato ai matrimoni cui ho partecipato in passato, ricordo le espressioni eloquenti degli invitati, che cercavano sussulti di bellezza nell’incedere verso l’altare di quella figura splendida biancovestita.
E quelle delle invitate, che non vedono l’ora di squadrare trucco, parrucco, portamento, strascichi, scollature, finiture, spacchi, tacchi e centomila altri particolari che non potrei mai ricordare. Mi chiedo Ambra come stia vivendo questi momenti, la proverbiale quiete prima della tempesta, che ritengo vadano assaporati a fondo e tenuti in grandissima considerazione, perche’ dopotutto, durante questi attimi stiamo immaginando come andra’la festa da sogno, mentre tra poco sara’la realta’a misurare aspettative, realizzazione e felicita’.
Non ci si deve vedere, se non alla cerimonia propriamente detta, tra sposi, dunque mando un messaggio ad Ambra, ma caspita, sono senza credito. Interpello Valentina, la cugina, perche’ le dica che sto bene e sono gia’al lavoro. Lei riporta, e mi chiede se potrei rimediare la colazione. Certo che si’, amo Ambra da quando ci siamo incontrati, e mi sembra doveroso prendermi cura di lei anche prima che un’autorita’lo metta per iscritto su carta.
Impiego venti minuti per recarmi in citta’ e tornare con biscotti e caffe’, buoni per mettersi di buon umore e approntarsi per le mani sapienti di Paola, la parrucchiera, e di Sihaem, truccatrice. Che accidenti, arrivano spaccando il secondo, puntualissime, attrezzatissime e soprattutto, molto, molto pratiche. Paola mi dedica dieci minuti, vuole affrontare la mia chioma ribelle, che sta sulla mia testa ma vive la sua vita in maniera indipendente, e mi dice, stai buono, almeno per il matrimonio, la mettiamo a posto. E cosi’fa.
Quando mi saluta ed esce dalla stanza, mi guardo allo specchio e ci resto di sasso, perche’ vedo l’immagine di uno che sembra appena iscritto alla terza elementare. Tant’e’. Obbedisco. Mi fido della preparazione e della sensibilita’ di Paola. Sto ancora meditando sullo stato del mio cuoio capelluto, che bussa alla porta Marco, il fratello di Daniela, fotografi ufficiali, i quali con attenta disciplina e savoir faire di gran classe, ci seguiranno per architettare le immagini che poi saranno la memoria della nostra vita, mica roba da poco! Carissimi, mi fanno capire che vorrebbero dedicarsi alla mia vestizione, mentre Ambra vive il rito dell’acconciatura e del trucco.
Bene, dico che sono felice di collaborare, da buon cittadino e promesso sposo, ed ecco che mi accompagnano lungo il corridoio del primo piano della Villa, dove scovano uno specchio alto due metri, incastonato tra riproduzioni neoclassiche di celebri capolavori, mi attrae la forza disperata delLaocoonte, dunque non tardo ad entrare nel ruolo. Click, click, clik, dettagli, controcampi e primi piani, e come se nulla fosse, sono inamidato ed incravattato, scarpe lustrissime, allegrissimo e sorridente, quando sento I passi di mamma e sorella appropinquarsi.
Sono gia’ qui, i primi ospiti?? Appena me lo chiedo, mi accorgo che si sono fatte le nove e mezza, ma dai! Non ci credo. Saluto le donne di casa, poi scatto verso il parco immenso e bellissimo della Gropella. Vedo il cielo profondamente azzuro ritagliato tra le cime degli alberi secolari, la grande quercia sotto la quale taglieremo la torta troneggia maestosa e rassicurante laddove il colle digrada con furia verso il bosco e la vallata, qualche istante passo ad osservarla, quasi la sento dirmi, stai sereno, figliolo, ne ho viste tante, vedro’anche voi e tutto andra’bene.
Mio papa’ e mio zio li vedo vagare per il vialetto che dall’ingresso al parco porta verso la quercia, il primo e’muto e l’altro parla troppo, fanno per ragguingermi e mi chiedono delucidazioni sui vari addobbi con I quali abbiamo rallegrato e personalizzato questo immenso verde. Dico che si tratta di creazioni della sposa. La griffe di Ambra e’ shabby chic. Si e’ ispirata alle innumervoli foto di altre feste viste sul web, e poi ha fatto tutto a mano. Con un aiuto da parte mia assai limitato, visto quanto poco capace sia la mia abilita’ artistica. Io ho prestato il fisico e il sudore per trasporto ed installazione, ma le finissime decorazione sono merito suo. Troppo brava, spiego, ma non c’e’ verso di parlare piu’a lungo, perche’mi raggunge Daniela che mi impone una session fotografica con la famiglia. Tac!
Sull’attenti e con non poco imbarazzo, siamo immortalati dai suoi scatti, che durano fino ad un altro arrivo importante, direi anzi fondamentale, quello di Max, l’uomo che ha messo in piedi l’impianto sonoro, accompagnato da moglie e figlia di dieci anni. Mi precipito ad aiutarlo e ad accoglierlo, si tratta di un amico vero che mi sta aiutando tantissimo, trabocco di gioia quando lo abbraccio, saluto la moglie e scherzo due secondi con la bambina.
E qualcuno mi dice che sono le dieci, il mio benchmark per lasciare Villa Gropella e dirigermi all’oratorio San Bartolomeo, alle soglie del centro storico di Valenza, per assicurarmi che le cose siano regolari anche da quelle parti. E per intrattenere il numerosi invitati che si sono sobbarcati una trasferta non da poco, per partecipare alla festa. Cosi’, con madre, sorella, zio su una vettura, io ed il padre sull’altra, salutiamo la ciurma della Gropella. Anche dietro ordine perentorio arrivato dall’alto. Maria, sarta provetta nonche’ compagna volontaria di Ambra presso il gattile di Somma Lomardo, pare abbia finito di vestire la sposa, che si appresta a lasciare la stanza per dedicarsi alle attenzioni dell’obiettivo. Questo fa si che Villa Gropella e i dintorni nel raggio di cinque km siano off limits per me. Meglio sgommare, non vorrei mai rompere la tradizione con esiti nefasti! Via!
Sono cinque minuti di auto, che mi godo, parlando con mio padre di come ci si sente, e dico, benissimo, credimi, mi sto gia’ divertendo come un pazzo, tanto sono felice! Poi ci concentriamo sulla via del ritorno, perche’sara’lui a recuperare la sposa ed a condurla all’Oratorio. Mi dice, bah, speriamo di ritrovare la via, non dovrebbe essere difficile. Io dico, ma si, non siamo a Los Angeles, segui la circonvallazione e poi blocco! Ho dimenticato le fedi alla Villa. In camera. Inversione alla prima rotonda, corsa fino al cancello, poi richiesta speciale per il padre dello sposo, che deve trarre in salvo dall’oblio quei due anelli importantissimi. Ce la facciamo. Ripartiamo di buona lena per l’Oratorio San Bartolomeo.Arriviamo, sono le dieci e quindici circa, la piazzetta e’ gia’ gremita. Aiuto un’amica a parcheggiare, poi mi dedico ai saluti. Che bello! Incontro amici e parenti che per forza di cose non vedevo da tempo, sono tutti felicissimi e colmi di affetto per me e per colei che tra poco ci illuminera’la giornata. Passo un lasso di tempo indimenticabile a godermi l’amore che tutte queste persone non vedono l’ora di darmi, di darci, e poi mi dedico all’interno della cappelleta di San Bartolomeo.
La navata corta, le alte volte scure e gotiche limitano la forte luce che all’esterno sta ravvivando la citta’, qui si sente un feeling piu’raccolto e calmo, ci sono solo cinquanta posti a sedere, qualcuno dunque stara’in piedi. Confido nei ritardatari e in quelli allergici alle cerimonie. La struttura sara’ sede di un rito civile, breve ma formale, e benche’in passato fosse la chiesa del convento adiacente, oggi e’di proprieta’comunale, ed utilizzata per eventi nuziali frequentemente, oltre ad iniziative culturali offerte dalla citta’di Valenza.
Mi affretto alla preparazione dell’impianto audio per la musica, sappiamo che sara’davvero rapido affrontare il rito civile, ma non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione di creare la giusta atmosfera. Io ormai sono soverchiato dalle presenze degli affetti, che si fanno sempre piu’forti, strette di mano, congratulazioni, inviti per un brindisi pre-nuziale al bar vicino, cori improvvisi, frizzi e lazzi.
La famiglia e’ numerosa, siamo una ventina di cugini, giovani ma con figli al seguito, la presenza di bambini tra zero e sei anni si fa sentire con schiamazza, gridolini affamati, sonnellini improbabili, faccine curiose e faccine intimidite dai troppi adulti e dalle finiture in legno quasi vampiresche delle volte della cappella.
Mi destreggio tra tutto cio’, senza poter controllare l’orologio, vengo anche chiamato dalle rappresentanze degli uffici del sindaco, con le quale dialoghiamo amabilmente, ma subito un’altra famiglia reclama le giuste attenzioni, riparto, insomma, non ho un attimo di tregua, finche’ mi chiamano dicendomi che la sposa e’ pronta, ma la vettura non si fa vedere. Colpo di telefono al papa’, chiedo dove accidenti e’ finito, manca solo lui, indurisco forse oltremisura il tono quando mi risponde che boh, non sa bene, dov’e’, adesso vede, ma stava scherzando, vede la villa e la sposa.
Taglio la comunicazione, ho un momento per dirmi che ci siamo, che manca poco. Mi fiondo dai testimoni, fratelli e sorelle e cugina nel nostro caso, chiedo di farsi vicini all’altare, che tra poco si comincia. E passano dei minuti fantastici, come sospesi nella fantasia, tutto si muove come a rallentatore, sento risuonarmi in testa qualcosa di simile alla Barcarola Veneziana, adesso sono io che fotografo con l’occhio del ricordo una miriade di particolari e li ordino per gradi cromatici, profili, sfumature, gesta, segni, dettagli, li ripongo immediatamente nella memoria, rompo l’incantesimo e mi faccio piu’serio. Infatti fuori sento gridare Viva la Sposa! E’arrivata!
Parte la musica, il rock and roll scalda la cappella e risuona come la colonna sonora perfetta per Lei, che salutando entra e si impadronisce della navata. Ha un viso cui non posso dare aggettivi, resto a guardarla e sorrido con tutto il sorriso che ho. Sono innamoratissimo di Ambra, sento che e’giusto quello che stiamo facendo. Mi godo il suo viso allegro, stravolto dalla gioia e dall’emozione, e mi godo l’applauso scrosciante che ci assorda. Stiamo vivendo qualche secondo di giubilo, chi sta con noi si commuove o sorride alla sincerita’ dei nostri cuori e dell’evento e la sposa arriva a me, l’accompagnatore e’suo fratello, mi da la sua mano, io la prendo con l’idea definitive di non mollarla mai piu’, eheh, e ci guardiamo negli occhi. Beh, io avrei molto alto da guardare, ma mi mantengo concentrato, ci voltiamo verso gli organi municipali, e la cerimonia scivola via, normale, in questa allegria infinita, e’gia’il tempo di dire si e di scambiare anelli e promesse, con I testimoni li vicino e tutti gli altri a pochi metri, incredibile, ci siamo! Nessuna lacrimuccia sfugge, siamo troppo felici e troppo vitali per commuoverci, vogliamo solo essere contenti e passare una meravigliosa giornata di festa, che poi diventa una specie di maratona! Fotografie con familiari, testimoni, fratelli, cugini e bambini all’Oratorio.
Poi breve viaggio verso la Gropella, e quante risate, e quanti complimenti. Io ricevo l’approvazione per il completo blu, piuttosto classico, ma di buona fattura, e la camicia dal taglio poco convenzionale, per Ambra, mia moglie, che dire, non ho parole quando usciamo per andare al cinema, figurarsi adesso, sono abbagliato da colei che sta seduta al mio fianco e che mi tiene la mano, ma questi saranno gli unici cinque minuti in cui staremo insieme, soli soletti eccezion fatta per l’autista, perche’ appena arriviamo alla villa, con la colonna sonora dell’A-team che ci incornicia l’ingresso, Daniela la fotografa ci sequestra, e lo dice lei, per qualche foto. Quarantacinque minuti su e giu’per il parco, e poi le foto con ogni singolo invitato! Cosi’ ci perdiamo il buffet, garantito dal catering della Locanda Losanna di Masio (AL), dal quale riceviamo due bicchieri d’acqua, giusto per non collassare, che invece viene assaltato dagli invitati, i quali riferiscono di notevole qualita’e freschezza dei cibi, assai soddisfacenti al palato, ma che molto rapidamente viene fatto sparire dai ragazzi del catering, appena gli ospiti si acchetano su sedie e divani, di fatto senza la possibilita’di avere un secondo boccone, secondo alcuni.
Quando Daniela ritiene di aver immagini a sufficienza, siamo liberi di divertirci un po’con amici e parenti, prima di sederci a tavola, nelle belle sale affrescate della Gropella. Stiamo bene, c’e’ un clima sereno, rilassato e gaio. Le pietanza vengono servite, si gusta buona cucina tradizionale, ma noi sposi dobbiamo dedicarci ai nostril ospiti, in pratica stiamo a dieta e corriamo a destra e a manca fino a quando il responsabile del catering mi chiama per il taglio della torta.
Sono sconcertato quando mi chiede cosa vogliamo fare, guardo l’orologio, sono solo le tre! Dico di attendere fino alle 16, il tempo che amici e parenti di divertano a suon di musica, scherzi, battute e passeggiate sul prato del parco. I bambini corrono fino a restare senza fiato, gli adulti conversano, qualcuno balla, noi diamo attenzione a tutti quanti, soprattutto ai piu’piccoli ed alla nonna ultraottuagenaria della sposa, che ci segue con lo sguardo e con discorsi poco lucidi per la troppa emozione e le 16 arrivano in un batter d’occhio, il corteo si forma e ci avviamo alla quercia.
All’ombra di quell’albero gigantesco brindiamo, esultiamo, scherziamo, ridiamo, beviamo il nostro spumante e respiriamo questa magia che le persone che ci vogliono bene ci stanno regalando. Unico problema, ancora i ragazzi del catering ci fanno fretta, addirittura rivolgendosi in modo poco garbato verso la sposa, chiedendo di affrettarsi ai tavoli, perche’ loro devono tagliare la torta! Pazzesco, io purtroppo non ho sentito lo scambio di battute, ma ragazzi, consiglio vivamente di non rivolgersi al catering Losanna, strano connubio di ottima cucina e cafonaggine notevole, la torta che viene servita e’proprio buonissima, ma le maniere sgarbate di una cameriera mi innervosiscono, per fortuna cio’non mina il morale delle truppe festaiole, e proseguiamo nei brindisi, nelle battute e nelle scherzose promesse.
Poi e’ gia’ tardi, sono le diciassette e trenta, chi ha bambini piccoli, almeno due hanno tre mesi o poco piu’, sente che e’l’ora di ritornare verso casa. Caffe’, regali di nozze, altre foto con I presenti, e comincia il carosello dei grazie, dei ciao, e degli a presto, degli inviti a grigliate prossime venture e tutte quelle cose che derivano dalla riscoperta dell’affetto che ci unisce.
Tutti sono entusiasti della giornata appena trascorsa, e dopo che Daniela ci rapisce per gli ultmi trenta minuti di foto con il favore poetico della luce bassa del tramonto, non ci resta che dimettere gli abiti nuziali, e recuperare tutto quanto dobbiamo riportarci a casa. Per tutto il viaggio di ritorno, io ed Ambra abbiamo parlato di quanto siamo stati fortunati a vivere un matrimonio come quello appena trascorso!Davide ( ed Ambra)
Servizi e professionisti del matrimonio di Ambra e Davide
Altre nozze - Alessandria
Visualizza tutto
Prendi ispirazione da questi reportage
Lascia un commento