Il matrimonio di Enrico e Cristina a Saluzzo, Cuneo
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E&C
09 Giu, 2018Il racconto del nostro matrimonio
9 giugno 2018: la data tanto attesa quel giorno era finalmente arrivata. Mi sveglio ben prima del previsto, scosto le tende della suite curiosa di sapere se le previsioni meteo ci avevano davvero azzeccato e dietro le grandi vetrate mi trovo davanti l’alba più bella che potesse attendermi in quel giorno tanto importante. La luce del sole iniziava a scaldare i tetti della mia cittadina e colorava il cielo di un bellissimo rosa e così come il sole illuminava quella splendida mattina di giugno, un sorriso mi illuminó il volto. Ero finalmente certa che non mi sarei sposata con la pioggia!
Diedi uno sguardo al mio abito, alle fedi poggiate sul tavolino e mi resi conto che mi dovevo muovere a fare colazione. Chiamai il servizio in camera per un caffè e un cornetto, per fortuna arrivò subito perché appena finito di bere il caffè, la make up artist bussò alla porta. E così iniziò il via vai più allegro, agitato, emozionato e pazzo che io abbia mai visto. I miei genitori, che dovevano arrivare alle 7.30, hanno tardato quasi fino alle 8.30 mentre le mie testimoni, che volevano a tutti i costi prepararsi insieme a me, sono arrivate invece prima del previsto e in modalità “fa caldissimo-oggi non sopravviveremo” giusto per mettere calma alla sposa. I fotografi, anche loro in ritardo perché trattenuti a casa del mio futuro marito e da sua nonna che avrebbe voluto fargli fotografare anche i pesci nell’acquario!
Continua a leggere »E così tra ansia, emozione, qualche lacrima di agitazione sotto il braccio di mio papá, accompagnati dalle mie testimoni iniziamo la piccola camminata che ci avrebbe condotto alla navata della chiesa. Dal resort dove ho alloggiato l’ultima notte da nubile si accede alla chiesa in pochi passi attraversammo il chiostro e sbagliammo strada, stavamo per entrare dalla porta di metà navata... ops!
Erano le 9.45, avevo un quarto d’ora di anticipo ma non vedevo l’ora di vedere il mio sposo! Continuavo a chiedere di andare e mio padre a dirmi che era ancora troppo presto e che gli invitati ancora non erano neanche arrivati tutti. Per non farmi agitare tralasciò di dirmi che mia madre stava ancora finendo di allestire l’esterno della chiesa e che mio fratello era tra gli invitati ancora non arrivati, grazie papi.
Ingannammo l’attesa scattando qualche foto e poi arrivò il momento. Ci avvicinammo all’entrata della chiesa e, neanche a farlo apposta, un'ondata di turisti tedeschi, in visita al centro storico, stava ad aspettarmi dietro l’angolo, probabilmente attirati dagli addobbi e dall’auto dello sposo. Alcuni di loro si misero davanti al portone della chiesa e io a fargli cenno di togliersi, altri continuavano a salutarmi neanche fossi Kate Middleton e io a ricambiare sorridendo. Che scena!
Partí la marcia nuziale e alla prima nota già stavo piangendo stringendo la mano di mio papá e abbracciando le mie testimoni. Una di loro aveva le fedi, l’altra doveva tenermi il velo (in teoria) i fotografi iniziarono a scendere le scale e dopo di loro partimmo anche noi. Vidi in lontanza il mio sposo, giá da lontano vedevo quanto fosse emozionato, si asciugava le lacrime. In quel momento non potevo essere più felice.
Non sentivo la musica, non ho pensato a come stessi camminando, a come tenessi il bouquet in mano, a che faccia avessi, sapevo solo che stavo andando da lui nel momento più emozionante che potesse esistere. Avevo gli occhi pieni di lacrime e allo stesso tempo un grande sorriso, guardavo le facce dei nostri invitati che mi sorridevano emozionati e poi finalmente arrivai da lui. Gli presi la mano e non la lasciai più per tutta la durata della cerimonia.
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