Il matrimonio di Giovanni e Anna a Ugento, Lecce
Moderni Autunno Bordeaux
G&A
12 Ott, 2019Il racconto del nostro matrimonio
Stiamo insieme da solo un anno. Ci siamo sposati dopo dieci mesi, otto dei quali li abbiamo passati a organizzare il nostro matrimonio.
Sì, dopo soli due mesi mi aveva già chiesto di diventare sua moglie. Tra rose, anello, canzoni e un discorso che ancora oggi mi dà i brividi. I mesi dei preparativi sono stati pesanti, stressanti. Organizzare tutto nei minimi dettagli per cercare di rendere speciale quel giorno, il nostro giorno. Notti insonni, pensieri, paranoie. Sarà come lo abbiamo sempre sognato? Fino a che arriva l'ultima settimana, forse la più caotica ma la più bella, quella in cui ti senti al centro di tutto e tutti, ti regalano l'addio al celibato e al nubilato e lui ti fa sentire unica con la serenata. Emozioni a palla. Occhi lucidi e cuori a mille. Si crea una magia. La vostra magia.
Poi arriva la notte prima, quella in cui realizzi che l'indomani, entro poche ore, sarai moglie. Sarai sempre sorella, figlia, nipote, donna, ma sarai moglie. E cominci a sentirlo dentro. Sarà il tuo giorno. Tuo e suo, vostro.
Continua a leggere »Il mio è iniziato alle sei, con i messaggo dei miei fratelli in cui mi dicevano che sarò per sempre la loro piccola sorellina. Quella con cui ridere e litigare ma che avrebbero amato sempre e per sempre. E che ve lo dico a fare? Lacrime su lacrime quando ho letto quei messaggi. Abbracci e ti voglio bene che resteranno dentro, perché certe cose le provi sempre ma non le esterni quasi mai.
E poi lui, il vestito. Guardarlo sognante e vedere gli occhi commossi di tutti una volta indossato. Lì ho trattenuto le lacrime. Mi ripetevo: "Anna, non piangere, ce la puoi fare", ma le lacrime, una volta visto mio padre guardarmi emozionato, sono scese. Con mio padre dovevo e potevo sciogliermi. Essere ancora solo una figlia prima di diventare una moglie. Tutti lì per me, a guardarmi, fratelli, cognate, nipoti e testimoni, amici e parenti. Fino al mio arrivo in chiesa al braccio forte e possente del mio primo grande vero amore, mio padre. E poi guardare l'altare e vedere lui, lì con i suoi mille respiri per trattenere lacrime che non ha saputo trattenere. Lì con i suoi occhi verdi e lucidi, con le mani tremanti a ogni mio passo. Eravamo in tanti ma in quel momento eravamo solo io e lui.
Il resto del mondo lo abbiamo dimenticato. Io, lui e i nostri occhi a parlare per noi. Fino al sì, fino a guardarci le mani e ripeterci: lo abbiamo fatto davvero. Da lì i mille auguri , abbracci, sorrisi, le foto, i brindisi e le risate. Gli addobbi e i palloncini volati il cielo, la festa. Il pranzo, la nostra location, le canzoni, gli scherzi, l'intrattenimento e le emozioni. Il video degli amici per noi e le mille lacrime. Il primo ballo, "occhi negli occhi".
Il ballo con mio padre e le lacrime che scorrevano a fiumi, perché mio padre sarà sempre il mio re, il mio eroe. Il taglio della torta e i festeggiamenti. L'emozione, la passione e la felicità negli occhi. Il sogno diventato realtà, un sogno che oggi, da un mese, è la realtà dei nostri giorni. Io, lui, casa e il nostro noi. Il nostro piccolo mondo fatto di noi, dei nostri progetti e di tutto ciò che stiamo costruendo. Insieme.
Altre nozze - Lecce
Visualizza tutto
Prendi ispirazione da questi reportage
2 commenti
Lascia un commento