Il matrimonio di Jakob e Paola a San Massimo, Campobasso
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J&P
13 Lug, 2019Il racconto del nostro matrimonio
Ok, ci proviamo. La risposta dell’amministrazione comunale alla loro richiesta è diventata una sfida collettiva a San Massimo. In tanti l’hanno vissuta così: ok, ci proviamo, per dire: sì, ce la faremo. Quanto tempo a disposizione? Un anno. E in un anno si riesce a fare un sacco di cose, anche complicate, come sposarsi nei boschi di Campitello Matese.La storia di Paola e Jakob, la storia del loro matrimonio sulle montagne che dominano la piana di Bojano e lasciano libero lo sguardo di andare molto lontano è anche la storia di amore di due persone per un posto, il Molise, una regione che per origini non appartiene né all’uno né all’altra che nel cuore di entrambi è diventata speciale tanto da sceglierla come teatro del loro romantico sì.La prima a innamorarsi di Campitello è lei, Paola. Negli anni ’80, quando è ancora piccola piccola, i suoi genitori comprano una casa nel pianoro matesino: vengono qui a trascorrere giorni di vacanza da Salerno. E fanno anche di più. Non si limitano a soggiornare, ma vivono il luogo, ne condividono le tradizioni ne gustano i sapori. Paola finisce per considerare il Molise la sua seconda casa: trova straordinario il fatto che un lembo di terra in fondo così piccolo possa contenere tanta bellezza di natura: il mare, la collina, la neve e la montagna, la sua passione. La stessa passione che la porta all’amore. Jakob è svedese, il colpo di fulmine che li unisce si consolida e rafforza nella montagna. Quando nel 2013 Paola decide di fargli visitare il Molise, questo posto semisconosciuto agli italiani, ignoto agli stranieri, Jakob ne resta affascinato. Stregato. E così anche lui si ritrova a fare quello che Paola nel tempo, fin da bambina, ha imparato a vivere come se l’avesse sempre vissuto. Insieme si godono riti e tradizioni del posto, come la passeggiata che a Pianelle parte per onorare Sant’Egidio. È un cammino così suggestivo per loro che inevitabilmente lo scelgono come luogo per il loro sì. “Noi conviviamo da alcuni anni e a un certo punto ci è venuta l’idea di fare una grande festa con gli amici, di condividere qualcosa di speciale. E per noi qualcosa di speciale è questo posto per la natura che c’è a Campitello e per le persone”, Paola la racconta così. Con entusiasmo racconta di quando si sono presentati in Comune per verificare che si potesse celebrare un matrimonio in località Pianelle, lassù in montagna. Quando? Tra un anno. “Bene, ci proviamo”, anche al sindaco l’idea deve essere piaciuta tantissimo tanto che il municipio ha varato una apposita delibera per istituire un ufficio separato di Stato Civile in località Pianelle e d’ora in avanti chiunque potrà sposarsi in quel posto.“Ci sono state tante cose burocratiche da fare”, Jakob le ricorda tutte ma con leggerezza, ogni cosa si è fatta grazie all’intervento di professionisti competenti. “Devo dire che siamo riusciti grazie all’aiuto fondamentale de ‘La Chicca’ perché non avremmo saputo da dove cominciare”. La riconoscenza del giovane marito svedese è contagiosa, piena ancora di felicità. Del resto, il matrimonio, celebrato dalla scrittrice partenopea Serena Venditto, amica da sempre di Paola conosciuta all’età di cinque anni proprio a Campitello, è stato un piccolo evento internazionale: dei 200 invitati, la metà è venuta dalla Svezia con effetti molto positivi per l’economia locale: hanno dormito in hotel a Campitello, non solo per i giorni della festa di Jakob e Paola ma anche dopo: più di qualcuno è voluto restare per visitare meglio la misteriosa piccola regione italiana. “Non solo gli svedesi non conoscevano il Molise – precisa Jakob –, ma anche molti italiani. Una amica di Milano ha pubblicato una foto esclamando: il Molise esiste!”. E non solo esiste, ma a suo modo è anche magico, insospettabilmente celtico. “Facendo una passeggiata con la guida dell’associazione CIMEntiamoci, Guglielmo Ruggiero, abbiamo scoperto che ci siamo sposati tra quattro alberi di faggio che nella tradizione celtica simboleggiano la vita”, a ripensarci ancora adesso Paola non nasconde la propria emozione. “È una cosa – confida –, che ci dà i brividi”.Dopo la cerimonia una grande festa alla Piana dei Mulini con l’aiuto essenziale del team e di tantissimi fornitori del posto. “Abbiamo fatto tutto a chilometro zero, solo prodotti molisani”, così come ci ha consigliato il gestore Michele Lucarelli. “La cosa interessante è che abbiamo fatto in tutto tre feste, anche il giorno prima e il giorno dopo. Il giorno prima al gastropub di San Massimo, il Ciapin (abituale punto di riferimento degli sposi ogni volta che sono in Molise), e il giorno dopo con Guglielmo Ruggiero siamo andati al Faggeto, il rifugio di Colle dell’Orso a Frosolone, per una grigliata.Un matrimonio da favola, un matrimonio in gita. “Unica cosa difficoltosa – si rammaricano un po’ Paola e Jakob –, è stato viaggiare in treno. Il riscaldamento globale è un tema molto sentito in Svezia, sicché molti degli invitati hanno voluto prendere il treno per venire in Molise con tutti i disagi che sempre si legano a questa esperienza”. Piccoli intoppi noti necessari stavolta a rendere ancora più bello il lieto fine della storia di amore di Paola e Jakob e del loro amore per la montagna molisana.
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