Il matrimonio di Leo e Erica a Altomonte, Cosenza
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L&E
01 Ago, 2016Il racconto del nostro matrimonio
Sveglia alle 6.00, foto del sole che sorge su questo attesissimo giorno e via! Iniziano i preparativi!
Dopo una rapida doccia, mente lo sposo inizia a vestirsi per il servizio fotografico, la sposa è attesa dalla sua parrucchiera di fiducia, l'unica che, da quando aveva sei anni, ha il permesso di toccare i suoi lunghi capelli. E di lunedì, ha aperto il salone appositamente per gli sposi e i loro ospiti.
Dopo un'ora e mezza di acconciatura c'è voluto altrettanto tempo di trucco prima di potersi interfacciare col suo splendido abito: Nicole della collezione Colet 2016, stile romantico con gonna ampia, semplice, bustino ricamato con perline e paiettes e con un dettaglio aggiunto su richiesta: un fiore con richiami bordeaux sul fianco e il laccio di chiusura sulla schiena dello stesso colore.
Un'abito che ha un'avventura da raccontare: partito da un atelier modenese e arrivato fin sullo Ionio a 1000 km di distanza, impacchettato in un soppalco di fortuna creato in una Punto, tra i vari bagagli, per poi scoprire, all'arrivo, a 5 giorni dal matrimonio, un errore dell'atelier: uno strappo nel sottogonna. Per fortuna la sposa ha una mamma caparbia che ha risolto con ago, filo trasparente e abilissima maestria.
Continua a leggere »I fotografi intanto, dopo aver deliziato gli obbiettivi delle proprie macchine con lo splendore dello sposo, pazientano nel soggiorno della casa della sposa, tra spumante e pasticcini, per il ritardo di un'ora sulla tabella di marcia, ma per fortuna nessun male viene per nuocere: l'autobus con i parenti pugliesi fora una gomma non appena partiti: il motto a bordo è "non ditelo agli sposi". E per aggiungere altro ritardo al ritardo, l'autista d'altri tempi decide di affidarsi ai cartelli stradali (delle strade in rifacimento del cosentino) e delle informazioni aleatorie dei passanti arrivando due ore dopo il previsto. Nel frattempo lo sposo ha scavato un fosso davanti l’altare a furia di fare avanti e indietro.
Ma tutto è bene quel che finisce bene, e una volta arrivati alla location, dopo un’altra mezz'ora di attesa della damigella che, non s'è capito il perchè, pur seguendo la fila di macchine ha sbagliato strada, la sposa, il suo papà e i 4 metri di velo sono riusciti a percorrere la "navata" destando commozione negli occhi di tutti.
Location fantastica: Il Castello di Serragiumenta, residenza seicentesca sui colli calabresi, ai piedi del Pollino e confinante con la piana di Sibari. Immerso quindi nel verde dei suoi giardini, ha permesso di realizzare gran parte della giornata all'aperto.
La cerimonia è avvenuta, così, in un'ala del giardino, all'ombra di un grande albero e sotto un gazebo fasciato di candide tende bianche e fiori. Cerimonia ideata tutta da noi sposi: il cerimoniere è stato un caro amico dello sposo e nella sua lettura abbiamo inserito uno spazio per coinvolgere i testimoni nonchè noi sposi stessi così da scambiarci qualche parola di gioia, amicizia, fratellanza, per sorridere e per lasciare scappare qualche lacrima. E le fedi? Ce le ha portate Paperino! Essendo lo sposo appassionato dei fumetti Disney, la sposa ha ben pensato di stupirlo con un cuscino che fosse proprio Paperino, con le fedi legate sulle mani giunte. E dopo il meraviglioso "si" e le firme di rito, abbiamo finalmente percorso insieme il lungo tappeto bianco della nostra navata sul prato per fare la nostra inaugurale doccia di riso.
Che il pranzo abbia inizio! La cosa che più c'è stata ripetuta dagli ospiti nei giorni seguenti è stato: "Ma quanto cibo!! E che buono!" E questo è un elemento da lode per la location che ci ha accolti. Ma un "bravi" va anche a noi sposi per la scelta del menù.
E dopo l'abbuffata di antipasti, svolta nelle varie sale del Castello, si dà un'occhiata al Tableau per i posti. Il tema scelto è la carne e il colore è quello del miglior accompagnamento ad essa: il vino. Ogni tavolo è stato chiamato col nome di una portata di carne (ad esempio: Fiorentina, Salsiccia, Rosticciana, Bombetta, Scaloppina, Spezzatino, Stinco, Pancetta, Arrosto) e come segnaposto ho messo dei piccoli vasetti di vetro col tappino in sughero contenenti diversi tipi di spezie e aromi. Anche i centrotavola richiamano il tema: tra i vari fiori ho fatto inserire qualche rametto di pianta aromatica.
Così, dopo i primi, dopo il bis di secondi chiaramente a base di carne, dopo lo splendido vino, arriva la torta! Multipiano contornata da un nastro in raso bordeaux e un giro di perle, con sopra una cascata di fiori freschi, coronata dagli immancabili sposini. Ovviamente accompagnata dal buffet di dolci e frutta, servita in un'altra ala del giardino che, postumi ai dolci, ha permesso di concludere la giornata con vivaci balli. Così, tra la dedica di un padre, la canzone di una cugina, la melodia di un cugino e un video-parodia di un fratello, siamo giunti al momento dei saluti e delle bomboniere. Abbinato col tema, abbiamo fatto imbottigliare un Chianti, Sangiovese 100%, dai ragazzi di Borgo Santinovo, una cantina di Colle Val D'Elsa di cui ci siamo subito innamorati. E l'etichetta personalizzata ha reso unico il nostro dono per gli ospiti.
L'evento è riuscito meglio di quel che sperassimo. Gli occhi a cuore dei presenti sono serviti da indicatore della felicità generale di Questa Giornata. Diversamente da quanto accade, e con grande sorpresa, nessuno ha avuto da ridire su nessun particolare. E questo è probabilmente la soddisfazione maggiore per noi sposi.
E adesso si aspetta per la nostra crociera verso i Caraibi, a cui seguirà un giretto in America con tappa obbligata al Disney World di Orlando e poi Miami e New York. Dopotutto sposarsi ha i suoi vantaggi.
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