Il matrimonio di Marco e Silvia a Badia Polesine, Rovigo
Di sera Primavera Fucsia 5 professionisti
M&S
26 Mag, 2018Il racconto del nostro matrimonio
Il giorno è iniziato freneticamente, dopo una notte insonne. Alla mattina sono andata dalla parucchiera per il trucco e acconciatura. Un tempo infinito. In attesa di essere venuta a prendere da mio fratello (e testimone) per andare a casa a cambiarmi. Lui aveva il compito di recuperare il bouquet in chiesa. Alle due e mezza, orario stabilito per la consegna, mio fratello mi avvisa che in chiesa non c'è ancora nessuno per l'allestimento. Rimango stupita, il matrimonio è alle 16. Per fortuna io sono in ritardo con i preparativi. Ancora non mi rendo conto di nulla. Alle 14.45 esco dalla parucchiera per tornare a casa e finalmente indossare il mio abito. Non ho mangiato niente ma stranamente non ho fame (io che sono una mangiona). Ancora nessuna emozione. Arrivo a casa e trovo le mie altre due testimoni già pronte in giro per casa, nel frattempo arrivano anche alcuni zii. Ma la casa non è ancora piena di parenti e amici per il rinfresco come mi apsettavo. Mi metto in camera dei miei genitori a cambiarmi, penso a Marco. Chissà che starà facendo? Lui faceva un rinfresco in un locale vicino a casa sua. Che sia emozionato? Agitato? Nervoso? E io? Ancora nulla. La fotografa Giulia fa le foto dei preparativi, avevo tutto studiato per questo momento. Abito, scarpe tanto desiderate (e di cui poi mi pentirò), foto alle fedi (non può mancare). Ci siamo, c'è tutto. Sto per indossare il velo e vedo l'ora sull'orologio di Giulia le 15.42. Non scorderò mai questo momento, perchè è stato l'esatto istante in cui ho realizzato. Mi stavo per sposare! Ma da organizzatrice quale sono, la mia agitazione derivava dal fatto che sapevo sarei arrivata in ritardo. Io non sopporto i ritardatari (anche se ne ho sposato uno cronico). Dopo tre tentativi per mettere il velo in testa, finalmente è arrivato il momento di scendere e incontrare gli amici. Sono tutti giù che mi aspettano, a parte il papà. Lo scopro in cucina che piange. Un'altra delle immagini indelibili di questa giornata. Ma è ora di far uscire tutti, ormai è tardi. Abbiamo un auto fuori che ci aspetta. Dopo essere riusciti a "spedire" tutti i parenti fuori finalmente partiamo in direzione chiesa. Chissà che ora è. Ma non importa, il percorso in auto dura circa cinque minuti. In macchina l'emozione è palpabile, il papà è tra il felice e triste e io non voglio piangere. Io non piango per queste cose. Decido di non dire nulla ma di tenergli stretta la mano. Arriviamo davanti la chiesa. Ora ho quasi fretta, voglio incontrare Marco. Sono tutti dentro, entro. Il canone di Pachelbel mi accompagna lungo la navata. Marco è in fondo, sorride ma non mi guarda mai negli occhi. Sono arrivata, il papà tende la mia mano a Marco e io non resisto dal dargli un bacio sulla guancia. Ci siamo. Il don mi saluta e appena si gira Marco mi dice: chiedimi a che ora sono andato a casa ieri sera? Ma vi pare? La cerimonia inizia, tutto procede per il meglio, non sono agitata. Provo pace e serenità come se dopo 10 anni di fidanzamento tutto ciò fosse naturale. Al momento delle promesse però qualcosa cambia. Sono sempre tranquilla ma non riesco a non commuovermi. Tutto lo stress pre-matrimonio (ma dovuto al lavoro) scende e finalmente sono libera. Ma non finisce qui, al momento dello scambio delle fedi, forse causa occhi appannati dalle lacrime, forse l'emozione condivisa commetto un piccolo errore. Infilo la fede a Marco sulla mano sbagliata! Ci siamo accorti prima della comunione e di nascosto dal don (che se no pubblicizzava l'aneddoto all'istante) gliela giro. Unico problema: le foto hanno immortalatoil tutto. Ma alla fne ci devono essere aneddoti da raccontare se no che matrimonio è? FInisce la cerimonia, siamo sposati, facciamo le foto di rito con parenti e amici, usciamo per il lancio del riso. Che bello. Dopo arriva la sorpresa, anzichè trovare la Porche Panamera con cui ero arrivata, ci troviamo di fronte una Panda vecchio stile piena di palloncini. Per fortuna ho saputo dopo che viene usata da un nostro amico per andare a pesca. Così come ho scoperto solo dopo che Marco è arrivato con quest'auto. Gli amici si erano persino impegnati a mettere l'allestimento floreale sulla macchina, sì due rami di un albero trovati in strada! Dopo un breve tour con questa per fortuna ci è concesso di raggiungere la location delle foto con la macchina seria. Avevamo appuntamento per farci aprire il chiostro dell'Abbazzia Vangadizza, una abbazzia dell'anno mille del nostro paese da poco ristrutturata. Il custode non c'è e non risponde, evvai! Decidiamo intanto di fare qualche foto all'esterno, l'ambiente è comunque bellissimo, con quel "nostro" campanile storto che dona aria di casa alle nostre foto. Nel frattempo arriva un gruppo di turisti aged. Non ci sono mai dalle nostre parti, ma quel giorno eccoli lì. Non siamo molto esibizionisti come coppia, o almeno non Marco. Ma alla fine grazie anche a loro l'atmosfera si è fatta più rilassata. Non è facile per tutti abituarsi alla presenza di qualcuno che ti fotografa mentre tu ti fai i fatti tuoi. Fatto sta che grazie ai turisti è arrivato anche il custode e così abbiamo potuto fare delle bellissime foto in questo nostro gioiello. Una volta finito siamo partiti alla volta di Palazzo de Merli, la location che avevamo scelto per il nostro matrimonio. I nostri colori sono il bianco, rosa e fucsia, così come per la chiesa. Siamo proprio curiosi di vedere come sarà. Ora inizia la vera festa! Oriana, la manager del ristorante ci attende. Il Palazzo è magico, la musica in sottofondo elegante e avvolgente durante l'aperitivo.Tutti sembrano rilassati. Li salutiamo uno per uno, abbiamo anche amici spagnoli venuti per l’occasione. Ci rendiamo conto di che amici speciali abbiamo. Ceniamo nella grande sala al primo piano. Tutto è allestito esattamente secondo i nostri gusti. Il nostro tema è il caffè. L'unica nostra passione comune. Caffè espresso, americano, shekerato, gingseng, macchiato e corretto (per gli amici più amanti dell'alcool, distinguono i tavoli. Il nostro tavolo invece è caffè veneziano, dato che proprio post-matrimonio vivremo finalmente insieme (siamo tradizionalisti) vicino a Venezia. La sala è bellissima. La cena si svolge velocemente, per fortuna, perché c’è molto caldo. Nonostante sia solo il 26 maggio ci sono stati 30 gradi nel pomeriggio, e chi se lo spettava dopo giorni e weekend di pioggia? Ma ecco il momento più atteso dalla sottoscritta, il taglio della torta. Sono curiosa anche qui dell’allestimento e della musica scelta. Avevo infatti delegato solo la scelta della canzone del taglio della torta a Marco ma non l’ha fatto e quindi abbiamo dato piena libertà di scelta alla cantante, suggerendole dei pezzi che ci piacevano. La scelta non poteva essere più azzeccata: Always di Jon Bon Jovi. Perfetta per la sorpresa dei fuochi d’artificio che avevamo preparato per i nostri ospiti. Un amico ha gestito l’accensione, organizzazione perfetta. Dopo che le fontane di fuoco si sono spente e esattamente nel momento in cui abbiamo infilato il coltello nella torta è partito il primo fuoco. Neanche a farlo apposta e il tutto testimoniato da video di amici. Meraviglioso. La torta era fantastica. La cognizione del tempo non c’era più, io e Marco eravamo in un altro mondo. Stanchezza zero, nemmeno il male ai piedi sentivo in quel momento. Poi alcuni parenti e amici ci hanno salutato e abbiamo consegnato le nostre fantastiche bomboniere, piantine di agave con un tagliandino con scritto “Let love grow”. Adorabili. Ma la festa è andata avanti con scherzi e danze. Io amo ballare, mio marito no. Infatti il mio più grande rimpianto è non aver fatto un ballo con lui, avevo già in mente la colonna sonora: Perfect di Ed Sheeran e Bocelli. Si dovrà far perdonare per questo. Poi è il momento di salutare anche i testimoni, in particolare mio fratello. È stato il momento più triste, lui studia a Verona e io ora vivo a Venezia, non facile la vicinanza. Lui è tenero ma non vuole dimostrarlo; fatto sta che siamo finiti per piangere come matti abbracciati lontani da tutto e da tutti, o quasi. Non ci eravamo accorti che Michele, il fotografo ci fotografava di nascosto. Le foto sono fantasticamente emozionanti. Dopo che anche il fotografo se ne è andato, sono rimasti gli ultimi amici che abitavano in zona. Fino alle 3.30 di notte. E chi si aspettava di avere tanta energia in un giorno così? Una volta andati anche loro, siamo rimasti noi. Il palazzo ci ha messo a disposizione una suite per la nostra prima notte da marito e moglie. È stata una giornata perfetta, che oltre a rappresentare il coronamento di 10 anni di sorrisi, crescita e amore, ha rappresentato l’inizio del nostro sogno chiamato vita.
Continua a leggere »P.S.: la cosa che mi ha colpito di più guardando le foto ricevute da PhPlus è che non abbiamo molte foto di baci, ma tantissime in cui ci teniamo per mano. Penso Giulia e Michele abbiano proprio colto in questi scatti quello che siamo io e Marco come coppia: l'uno la forza e il supporto dell'altro!
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