Il matrimonio di Vincenzo e Ester a Ragusa, Ragusa
Di sera Estate Arancione 3 professionisti
V&E
23 Ago, 2013Il racconto del nostro matrimonio
Ci sono parole e canzoni che spiegano meglio di qualunque altra cosa la storia delle persone. Se vi fa piacere, leggete il mio racconto ascoltando “Mentre dormi” di Max Gazzè, “Ovunque proteggi” di Vinicio Capossela e “Is this love” di Bob Marley.
Sette anni.
Conoscevo i tratti bruni dei tuoi occhi, la forma delle tue guance quando sorridevi, catturavo il tuo odore, le linee morbide della tua barba, una ad una, le tue mani leggere ma sicure. Ascoltavo in silenzio, ammaliata, i tuoi gesti fingendo di guardare oltre il finestrino dell'autobus che ci portava da casa a Catania, dove frequentavamo l'università. Non conoscevo il tuo nome. Sette anni passati a fissarci, così senza dire niente. Niente che sta per palpitazione, agitazione, scambi continui di sguardi affamati, ansiosi di sapere, di averci. Una volta, come tante, ti sei seduto proprio davanti a me. Ho pensato di tutto in quelle due ore di viaggio... nella mia testa un film dove, finalmente, potevo chiamare il tuo nome e viverti. Alla tua fermata ti alzasti, riportandomi alla vita reale e ti mettesti così vicino a me che credevo stessi per dirmi qualcosa...eri lì che pensavi a cosa dire e mi guardavi e io ti guardavo ma alla fine niente...Scendesti e ti voltasti a guardarmi e io ricambiai, lasciando spiaccicato il mio sguardo sul tuo! Porca paletta! Niente da fare...E pensare che per la prima volta in assoluto ci siamo trovati in una sera di quasi estate, al festival della nostra già musica preferita...il reggae! Eravamo due ragazzini, io avevo diciotto anni e tu venti..La tua figura mi ha completamente travolta e abbracciata tutta quanta come la bufera che danzando, alza, dondola e frulla verso il cielo tutto quello che sta per terra.
Continua a leggere »Dovevo averti incorniciato in una foto e fingendo di fotografare una mia amica, ti scattai un primo piano. Gli anni scorrono...i ragazzini si trasformano in uomo e donna fendendo le pareti dell'adolescenza per poi scoprirsi con le ali e volare via lontano...Io lasciai Catania alla volta di Bologna e per circa due anni non ti vidi più. Ma ormai qualcuno aveva scritto la nostra favola e seppur -dico- seppur banalmente, l'amico internet mi spiattellò la tua avvenente faccia, con nome annesso, tra gli amici di faccialibro di un mio pseudo-frequentante di quel periodo! Eri tu! Finalmente!
Ripetevo tra me e me come una rimbecillita il tuo nome...-Vincenzo-. Mi piaceva tantissimo quel nome da quel momento e aspettai al computer la tua risposta come una vecchietta al semaforo con la faccia ammaccata sul parabrezza dell'automobile e gli occhi strizzati e socchiusi per via della poca vista! Tu, dai tuoi racconti, preso da iperesaltazione cominciasti a fischiare come una teiera a vapore e accettando la mia richiesta d'amicizia (incredulo/i!), iniziammo l'eterno percorso infinito. La folgorazione che qualcuno aveva pianificato è avvenuta con successo! Manco il tempo di sapere il tuo nome che già avevo anche il tuo numero e manco il tempo di leggerlo che già parlavamo ore attaccati al telefono e risate, domande, risposte, chiacchiere, compagnia, facevano di noi due persone che pareva si conoscessero da sempre o forse che si sarebbero dovute conoscere in quel momento e per sempre.
Solo un vetro ci separava: la distanza. Arrivata l'estate ritornai nella nostra mamma terra e lì ci incontrammo per la prima volta. Era il 23 agosto 2010. Eravamo tutti e due paralizzati dall'emozione. Mi baciasti dopo cinque minuti che ero salita in macchina... lampo, stampo come i bambini di quarta elementare. Scendesti dall'auto per andare a prendere due birre da portare in spiaggia, ti girasti, tornasti indietro e mi baciasti all'improvviso per poi andartene come se niente fosse! Mi sono rincitrullita da lì per tutta la vita!
Durante il secondo bacio, in spiaggia, le tue mani erano fresche come la sabbia che accarezzavamo con i piedi e tremavamo perchè eravamo davvero lì, insieme! E' stato lì che ho sentito da subito una forza nuova e vecchia, una sensazione di equilibrio e di calma, nonostante fossi iperagitata ed esaltatissima! La sensazione di avere trovato la pace e l'energia di un amore unico e solo. E così tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare, tra gli scogli, decidemmo di stare insieme per sempre. Dopo subito ci chiamammo amore, dopo subito l'uno fu l'amore dell'altro e dopo subito credemmo in questo perchè solo noi potevamo sentire quanto era vero e deciso questo amore.
Per questo dopo dieci giorni dalla mia partenza, ti ritrovai a Bologna e così per qualche mese quasi ogni fine settimana... E dopo ti trasferisti, lasciando un lavoro sicuro e tutta la tua vecchia vita alle spalle. Abbiamo cullato e accudito il nostro amore portandolo alla sua realizzazione assoluta che è avvenuta il 23 agosto 2013.
La sera del 22 mi chiamarono dal balcone della mia camera, mia mamma, mia sorella, mio fratello e un'amica di famiglia e con una scusa si misero a chiacchierare dei preparativi. Mentre parlavo arrivasti tu con la tua macchina e “Mentre dormi” sparata a tutto volume! Dopo un minuto arrivarono tutti gli amici e con chitarra e voce intonaste “Is this Love” di Bob Marley! Unica volta (stranamente) dove ho pianto a dirotto! Tutto il vicinato uscì sui balconi, per sostenere il coro e ad applaudire!
Arrivare all'altare con questa storia alle spalle non è stato così facile perchè pensavo di piangere a dirotto e venire in foto come un clown! Invece, stranamente ero così felice che non è scesa nessuna lacrima. Mi rivedo scendere dal maggiolone bianco e salire le scale della nostra chiesa fino all'entrata con un sorriso a 47 denti e gli occhi ridenti e gioiosi! Tu eri lì che mi aspettavi marmorizzato! Tesissimo e commosso quasi avessi visto una figura spirituale, di luce! Sarà stato anche l'effetto del mio velo lunghissimo di pizzo “a madonna” e degli strati del mio abito tanto desiderato, modificato e rimodificato di tulle e anch'esso di pizzo, che mi facevano volteggiare in aria, leggera, accompagnata dalla mia piccola damigella e dalle altre due testimoni più grandi che avanzavano prima di me. Ad ogni passo ricordo solo un cerchio che si chiude su di te...non ho focalizzato nient'altro...No anzi, ricordo anche un altro cerchio: quello del sottogonna, al quale per fortuna non ho dato nessuna importanza, nonostante mi sia stato messo malissimo, cosa che mi ha quasi impedito di camminare, anzi, ho rischiato proprio di inciampare e quindi ho dovuto fare dei micro passetti fino a te, tenendo con una mano la gonna un po' alzata. Arrivata da te, nella confusione prima mi hai baciata tu e poi papà!
Ci siamo guardati tutto il tempo, ripetendoci che tutto era vero e che eravamo bellissimi! Il coro cantava per noi, la nostra chiesetta di Ragusa Ibla ci offriva uno dei panorami da presepe più belli che ci siano, con tutte le casette l'una stretta stretta all'altra, utilizzata infatti in diverse scene del commissario Montalbano! Mio padre, persona che non ha mai esternato nessun tipo di sentimento, ha pianto per la prima volta nella sua vita.
Alla fine della cerimonia il coro ha cantato a cappella la marcia nuziale e dopo il lancio del riso ci ha cantato a cappella una delle nostre canzoni! “Is this love” di Bob Marley, quella della serenata!
Tutto era come volevamo noi perchè avevamo settantacinque invitati, solo parenti e amici intimi. Nessun invitato forzato per legami di parentela beautifulliana! Il tema del nostro matrimonio è stato “la Sicilia” (per l'amore viscerale che ci lega alla nostra terra), presente dalle partecipazioni in carta seta e paglia riciclata, chiusa da un fiocco di raso avorio con sopra una fetta d'arancia disidratata. Dopo la cerimonia siamo andati a fare le foto insieme ai testimoni (i miei: due amiche storiche e mio fratello; i suoi: un amico storico e fratello e sorella!) in spiaggia a “Punta Secca”, conosciuta per la famossissima casa del commissario Montalbano! Qui ci siamo divertiti un sacco perchè la gente ci ha lasciato il posto sulle loro sdraio, sotto gli ombrelloni e un sacco di bimbi in costume ci seguivano correndo sulla sabbia!
Arrivati al castello di Donnafugata, luogo del ricevimento, famoso per il film “Il Gattopardo” dell'omonimo storico romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ci siamo veramente sentiti in una favola moderna! Luci calde e soffuse sui toni dell'arancio (colore insieme all'avorio del matrimonio) ci hanno invitati ad entrare all'interno, dove ci attendevano un gruppo di venti elementi folkloristici siciliani, divisi tra musicisti e ballerini! Altro che problemi col sottogonna! Non so ancora come ma, tolto scarpe e autoreggenti, abbiamo cominciato a ballare le nostre tarantelle, affascinati e innamorati di noi, della nostra terra e dei suoi suoni! Il gruppo ci ha accompagnati dal giardino con alberi secolari, su per le scale meravigliose che portavano alla terrazza, luogo, su un'ala dell'antipasto a buffet e sull'altra della cena.
Gli addobbi floreali erano caratterizzati dalla presenza di fiori provenienti, appropriatamente, dalla macchia mediterranea e da fiori esotici! Tavoli ricoperti da tovaglie di pizzo siciliano ottocentesco, lanterne, candele, candelabri, facevano da cornice alla nostra favola! Che dire del cibo. Antipasti prettamente siciliani: parmigiana di melanzane, caponate, panelle, olive, pomodori secchi, scamorze ragusane, arancini di tutti i tipi... Polpi cotti sul momento e tante tante altre cose. Primi e secondi a base di pesce con varianti per vegetariani e vegani! Non vi parlo dei dolci!
Molte cose le ho ricordate solo dopo avere visto le foto e non ho mangiato assolutamente niente perchè ho ballato tutto il tempo grazie al gruppo folkloristico e ad un altro gruppo di musicisti siciliani “cantastorie”, “I Beddi”! Tra il primo e il secondo una mia amica e il suo ragazzo hanno messo in scena il “Simposio” di “Platone” tradotto in siciliano, dietro un telo bianco, con giochi di ombre e un cameriere comico “nascosto” tra i veri camerieri ha finto di essere impacciattissimo con le portate, combinato dei piccoli guai per suscitare delle reazioni da parte degli invitati! Qualcuno lo ha aiutato, poverino! E alla fine si è rivelato uscendo con i trampoli e con la nostra torta nuziale al cioccolato e agrumi! Per ringraziare i nostri ospiti, abbiamo donato loro la nostra bomboniera, una bugia della pregiata ceramica di Caltagiorne. Basta, concludo dicendo che amo mio marito con tutti i tipi di amore che esistono nell'universo e che il mio matrimonio è stato una vera favola!
Ps: curiosità! A casa, dopo la vestizione le mie amiche mi hanno firmato le scarpe, si dice che il primo nome che si cancella appartiene alla prossima sposa! Ma si sono cancellati tutti! Avevo una cosa blu cioè il fiocco della giarrettiera, una cosa regalata cioè la collana e gli orecchini regalati dalla suocera (non perle perchè non porta bene regalarle) ma mi mancava la cosa prestata).
“Quando arrivi, quando verrai per meguarda l'angolo del cielodov'è scritto il tuo nome,è scritto nel ferronel cerchio di un anello...”
“Tu che sei nei miei giornicertezza, emozioneNell'incanto di tutti i silenziche gridano vitasei il canto che libera gioiasei il rifugio, la passioneCon speranza e devozioneio ti vado a celebrarecome un prete sull'altareio ti voglio celebrarecome un prete sull'altareQuesta notte ancora volatra coriandoli di cieloe manciate di spuma di mare...”
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